Nella mattinata di giovedì 27 novembre duecento studenti e studentesse di quinta superiore del liceo Moro e dell’istituto Nobili di Reggio hanno dialogato con Andrea Rat, giudice del tribunale reggiano, sul tema: “La ‘ndrangheta a Reggio Emilia dopo il processo Aemilia: le sfide vinte e le sfide aperte. Il valore della legalità, argine al fenomeno criminoso”.
Ancora non erano state rese pubbliche le minacce ricevute dallo stesso giudice Rat soltanto qualche giorno prima, sulle quali stanno indagando le forze dell’ordine e la magistratura.
L’iniziativa, ospitata all’hotel Mercure Astoria, è stata organizzata da Confapi Reggio Emilia, che ha voluto fortemente la presenza del giudice, relatore ed estensore della sentenza di primo grado del processo Aemilia e da sempre in prima linea nel contrastare le infiltrazioni mafiose nel territorio emiliano, oltre che nel portare avanti una preziosa attività di divulgazione nelle scuole e nella società civile.
“Ho ricordato ai ragazzi che il silenzio è il primo nemico da sconfiggere quando affrontiamo la ‘ndrangheta”, ha detto il magistrato, intervistato dal giornalista Davide Bianchini: “Li ho trovati curiosi, interessati, attenti. Non dobbiamo avere paura, i ragazzi non devono avere paura. Sono i mafiosi a dover avere paura delle persone perbene. Lo Stato siamo noi e insieme, un mattone dopo l’altro, costruiremo un muro che isolerà la criminalità organizzata e la metterà fuori dalla società civile”.
“Ho apprezzato che l’incontro con gli studenti sia stato organizzato da Confapi Reggio”, ha aggiunto Rat: “I piccoli e medi imprenditori sono i più esposti al rischio di infiltrazioni. La ‘ndrangheta ha il colletto bianco, si insinua nell’economia reale forte di grandi disponibilità di capitale. La mafia uccide ancora. La strategia è cambiata. Non siamo più nella stagione del sangue, ma delle aziende messe in ginocchio dalla concorrenza sleale figlia di capitali sporchi, dei rifiuti non smaltiti correttamente (che inquinano le nostre terre, con tutto ciò che ne consegue per la salute pubblica), delle fatture false, che danneggiano l’erario e di conseguenza i servizi che lo Stato garantisce a tutti noi”.
Soddisfatto per la riuscita dell’evento il presidente di Confapi Reggio Emilia, Gianfranco Lusuardi: “Confapi vuole parlare a tutti, a partire proprio dai giovani che sono il futuro della nostra società, non solo delle nostre aziende. Crediamo nella legalità, nel rispetto delle regole, nella coesione sociale e nelle persone perbene. La società civile deve dare una risposta forte di chiusura a chi vuole minare le fondamenta della nostra economia e della nostra società”. Il messaggio è chiaro: “Come Confapi non abbiamo timore di prendere una posizione chiara, netta, e lo facciamo in modo ancora più convinto dopo aver raccolto il sostegno delle autorità oggi presenti. Insieme possiamo fare molto e chiudere la porta a chi non è gradito in casa nostra”.
L’incontro, che aveva il patrocinio della Provincia di Reggio, rappresentata dalla consigliera con delega alla legalità Cecilia Barilli, ha visto in prima fila anche tutti i rappresentanti delle istituzioni e delle forze dell’ordine.








Non ci sono commenti
Partecipa anche tu