La strage del 2 agosto alla stazione di Bologna diventa un docufilm

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Quel dolore non è immobile” è il nuovo film di Giulia Giapponesi sulla strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 che verrà proiettato in piazza Maggiore a Bologna martedì primo agosto alle ore 22,30.

Il documentario, realizzato in collaborazione con l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, l’Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione e la casa di produzione Codalunga, racconta la storia di 85 volontari che hanno portato a termine i viaggi che le vittime della strage non hanno potuto completare. Con loro una valigia bianca, testimone di una memoria che continua, consegnata una volta arrivati “a destino” a un passante, una famiglia, un sindaco, raccontando della strage e della persona che hanno simbolicamente portato a destinazione.

Il film ripercorre infatti le tracce del progetto ‘A destino – 85 viaggi da completare’, sostenuto nel 2022 sempre dall’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, in collaborazione con il Teatro dell’Argine e Bam! Strategie culturali.

“La strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna – dice la presidente dell’Assemblea legislativa Emma Petitti -, fa parte della storia di questa terra e il suo ricordo, con tutto ciò che rappresenta, deve continuare ad essere alimentato. La memoria è da sempre un tema caro all’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna e ogni anno per noi è motivo di orgoglio sostenere tutte le iniziative che nascono per celebrare questa ricorrenza. Mi piace ricordare Miriam Ridolfi, assessora del Comune di Bologna che coordinò i soccorsi subito dopo la strage, scomparsa nel maggio di quest’anno. La sua forza e il suo coraggio nelle ore immediatamente successive allo scoppio della bomba – ha continuato Petitti -, furono fondamentali per gestire quella tragedia. Proprio una frase pronunciata nella sua ultima intervista, “Quel dolore non è immobile”, dà il titolo al film promosso dall’Assemblea legislativa che verrà proiettato in piazza Maggiore la sera del 1° agosto. Perché quella ferita al cuore dell’Italia non è ancora rimarginata e dobbiamo continuare a mantenere viva la memoria, a chiedere e pretendere verità e giustizia”.

Oltre alle tante voci dei volontari che quel viaggio hanno deciso di intraprendere per onorare la memoria delle vittime, intervengono nel film Micaela Casalboni e Andrea Paolucci, direttori artistici del Teatro dell’Argine, Paolo Bolognesi e Paolo Lambertini dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage, Cinzia Venturoli, storica e docente dell’Università di Bologna, Miriam Ridolfi, assessora del Comune di Bologna che coordinò i soccorsi subito dopo la strage. E proprio da una frase di Miriam Ridolfi prende spunto il titolo del film, riprendendo una frase, ‘Quel dolore non è immobile’, da lei pronunciata durante quella che è stata la sua ultima intervista, prima della morte avvenuta nel maggio di quest’anno.

Giulia Giapponesi, sceneggiatrice, regista e montatrice bolognese, ha ormai consuetudine con i documentari di carattere storico. Nel 2018 esce il suo “Carracci – La Rivoluzione Silenziosa” che è stato selezionato da numerosi festival (fra cui lo statunitense FAFF 2020) e ha vinto premi come miglior regia e come miglior colonna sonora al FilmArte di Berlino 2019, miglior film sulle Belle Arti al Master of Art di Sofia 2021 e una menzione speciale del Ministero dei Beni Culturali italiano al Mente Locale 2019. Nel 2019 scrive e dirige il cortometraggio “Il Fagotto”, selezionato in oltre 70 festival internazionali e scelto dalla Farnesina tra i 10 corti italiani da promuovere nel mondo nel 2020. Nel 2021 tocca a “Bella Ciao – per la libertà” prodotto da Palomar doc, Rai documentari e Istituto Luce Cinecittà. Il documentario, presentato in anteprima al Bifest di Bari, è stato trasmesso in prima serata su Rai3 il 23 aprile 2022. Attualmente sta lavorando a un documentario sul pittore Guercino.

“L’idea di completare i percorsi interrotti si è concretizzata in un bellissimo rito civile che sono stata onorata di essere chiamata a raccontare – spiega la regista Giulia Giapponesi -. La scommessa era quella di ricordare i morti attraverso un atto di particolare vitalità, e io penso che i partecipanti ci siano riusciti. Questo documentario è stato per me l’occasione di portare per qualche metro il testimone di quella staffetta di memoria che continua senza interruzioni da oltre 40 anni. Una staffetta che non solo ricorda le vittime e i feriti dell’orrenda strage ma mantiene viva l’attenzione sul percorso della giustizia e una lotta che ci riguarda tutti”.

Il documentario, montato da Paolo “Sbrango” Marzoni con la fotografia di Gianluca Ceresoli, ospita le musiche originali degli allievi del conservatorio statale di musica “F. Venezze” Aron Aboukhalli di Rovigo coordinati dal maestro Marco Biscarini.