Alta e nobile la Costituzione italiana quando stabilisce la funzione rieducativa della pena. Efficaci le leggi che prevedono forti sconti per i cosiddetti pentiti di terrorismo e di mafia. Ma se penso che Giovanni Brusca detto “u verru” (il porco), boss mafioso con quasi duecento omicidi commessi, colui che fece saltare in aria Chinnici e Falcone, l’essere ripugnante che dapprima strangolò e poi fece sciogliere nell’acido il corpo di un ragazzino di 15 anni, è da oggi tornato in libertà, beh, qualche dubbio etico mi viene.
Spinoza nell’Etica riserva un posto spregevole, tra le passioni umane, al pentimento. Spregevole, dice lui, per due ragioni: la prima è per aver commesso un atto infame, e la seconda per essersene pentiti senza prendersene la responsabilità, e dunque rifiutando la propria stessa libertà di scelta.
Ne parlava già Agamben ai tempi di mani pulite, ma questo paese…
Alternativa sarebbe un ergastolo che sia davvero carcere a vita.
Poi se Brusca vorrà fare qualche pomeriggio “en plein air” a intrecciare cesti di vimini o a fare découpage, sempre sorvegliato, che faccia.
Oltre agli innumerevoli omicidi (ammessi da reo confesso), al suo coinvolgimento nella strage di Capaci, credo che l’atto più vile, orrendo e imperdonabile da lui commesso (ed ammesso) sia il rapimento del 13enne Di Matteo, tenuto sotto sequestro per oltre un anno e mezzo in condizioni bestiali: il suo assassinio è stato l’atto conclusivo.
Per chi se la fosse persa, suggerisco di riascoltare la narrazione di questa vicenda da parte del drammaturgo Stefano Massini: fa rabbrividire.
Se Brusca è stato capace di fare questo ad un ragazzino (bambino?) di 13/14 anni, meriterebbe solo di stare in cella per il resto dei suoi giorni; lo Stato non si mette ovviamente al livello di questa feccia
certo, però l’alternativa è la condanna a morte?
condanna a morte? per certi reati non vedo perche’ no….. fine pena mai in Italia non esiste, se non per i famigliari delle vittime.