Psi Reggio Emilia e Italia Viva: casa o scuola? Noi scegliamo la seconda

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“DPCM: ragazzi a scuola. Questo è il nostro appello al Governo e alla Regione. La didattica a distanza deve essere uno strumento atto a rallentare la diffusione del covid19, ma solo dopo che si siano davvero attuate tutte le azioni possibile per scongiurare una nuova riorganizzazione dei tempi di conciliazione vita-lavoro delle famiglie”. Questo è quanto affermano i rappresentanti di PSI e ITALIA VIVA Reggio Emilia.
“Il diritto allo studio dei nostri ragazzi è inalienabile tanto quanto il diritto alla salute, per cui chiediamo un ulteriore intervento sulla gestione ed organizzazione dei trasporti. Apprendiamo con soddisfazione lo sforzo della regione Emilia Romagna che ha deciso di investire 16 milioni di euro per l’acquisto di 120 nuovi mezzi da impiegare su tutto il territorio. Ma bisogna fare di più, riorganizzando strutturalmente i nostri trasporti pubblici. “ sottolineano PSI e ITALIA VIVA Reggio Emilia.

“Ricordiamo ancora una volta l’impegno di dirigenti, docenti e personale scolastico dimostrato nei mesi estivi di riorganizzazione del servizio che, come tutti gli altri lavoratori vincolati alle restrizioni del nuovo DPCM, hanno agito applicando protocolli di contenimento per la sicurezza della scuola e dunque dei ragazzi e delle stesse famiglie. Loro (noi) sono tutte le parti deboli di un sistema che però ha gravemente fallito nella mobilità delle persone: assembramenti incontrollati e ingovernabili tra lavoratori e studenti sui mezzi pubblici e alle fermate” I Rappresentanti PSI e ITALIA VIVA Reggio Emilia interrogandosi su tale criticità, ormai evidente a tutti, propongono “ il coinvolgimento strutturale di operatori privati che operano sul nostro territorio e che sono in forte crisi per assenza di domanda di servizi privati ( turistici e non). Questa soluzione decongestionerebbe i mezzi nelle ore di maggior afflusso, sostenendo le imprese locali e garantendo il diritto allo studio e alla salute di ragazzi in presenza A SCUOLA. Contenere la diffusione del virus é responsabilità civile ma soprattutto politica”.