Affidi in val d’Enza. ‘Angeli e Demoni’, processo più atteso: 17 imputati alla sbarra, nessuno presente in aula

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Mercoledì 8 giugno comincia il dibattimento del processo ‘Angeli e Demoni’ contro il presunto sistema illecito di affidi di minori nella val d’Enza Reggiana. E’ uno dei processi più attesi e deriva da una inchiesta scattata nel 2019 e che ha avuto un’eco nazionale polemiche politiche e giudiziarie. Questa mattina il processo ha avuto inizio, ma senza imputati presenti in aula.

Tra i reati ipotizzati, a vario titolo, ci sono frode processuale, depistaggio, abuso d’ufficio, maltrattamento su minori, lesioni gravissime, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione e peculato d’uso.

In aula d’Assise del tribunale di Reggio Emilia compariranno i 17 imputati (sui 24 complessivi rinviati a giudizio) che hanno optato per il rito ordinario. Tra questi spiccano Federica Anghinolfi, l’ex responsabile dei servizi sociali dell’Unione dei Comuni della val d’Enza – ritenuta una figura chiave per le contestazioni mosse dal sostituto procuratore Valentina Salvi, titolare dell’inchiesta – e il sindaco Pd del Comune di Bibbiano, Andrea Carletti, accusato di abuso d’ufficio, che venne arrestato quando scoppiò lo scandalo per poi essere rilasciato.

Al momento sono 32 le parti civili ammesse al procedimento, tra cui anche il Ministero della Giustizia, la Regione Emilia-Romagna e la stessa Unione dei Comuni val d’Enza. Nel novembre scorso erano arrivate le prime sentenze per chi aveva scelto l’abbreviato: quattro anni di condanna al noto psicoterapeuta Claudio Foti del centro ‘Hansel&Gretel’ e assoluzione per l’assistente sociale Beatrice Benati. Mentre furono prosciolti le funzionarie comunali Daniela Scrittore, Nadia Campani e Barbara Canei assieme alla psicoterapeuta Sarah Testa. In fase preliminare l’altra assistente sociale Cinzia Magnarelli aveva patteggiato a un anno e 8 mesi.