Parchi, buche e la bellezza che non c’è

Continuiamo a scuriosare negli angoli nascosti e non della nostra città. Abbiamo calpestato l’erba del parco di Piazza San Zenone (non ci sono cartelli tipo “vietato calpestare le aiuole”); ci siamo infilati, prima, in una porzione di via Del Portone per imboccare, poi, il misterioso vicolo, anche se denominata via, dedicato al pittore Alfonso Chierici, che taglia via Franchi, per sbucare dietro il palazzetto dello sport. Ignoriamo, almeno temporaneamente, via Guasco e piazza Gioberti. Giriamo a destra e iniziamo a calcare l’ultimo tratto di via Emila Santo Stefano, ci fermiamo alla Porta e ritorniamo sui nostri passi per infilarci in via Monte Pasubio, che ci saluta con una spelacchiata aiuolona, che vive all’incrocio con via Paolo Davoli (partigiano), dietro la famosa Villa Cucchi. Preso fiato, finiamo sull’ammaccato marciapiede di via San Palo per scomparire nell’arcano vicolo Leone.