Nelle scuole dell’Emilia-Romagna quasi tremila studenti e studentesse provenienti dall’Ucraina

scuola Ucraina bandiera pace

Bruno Di Palma, vicedirettore dell’Ufficio scolastico regionale dell’Emilia-Romagna, è intervenuto in commissione cultura e scuola dell’assemblea legislativa per fare il punto della situazione sulla presenza di studenti e studentesse provenienti dall’Ucraina e in fuga dalla guerra.

Secondo i dati disponibili, aggiornati alla data dell’11 maggio e relativi alle sole scuole statali (non sono incluse dunque quelle paritarie), finora sono stati accolti in Emilia-Romagna 2.791 studenti e studentesse di nazionalità ucraina: 714 nel territorio della città metropolitana di Bologna, seguita a ruota per consistenza numerica dalle province di Modena e Reggio; poi 147 in provincia di Parma e 129 in quella di Piacenza. Numeri un po’ inferiori, invece, in Romagna.

Sono 1.350 i ragazzi e le ragazze in fuga dall’Ucraina che frequentano la scuola primaria, 528 invece alla scuola dell’infanzia, 649 alle scuole medie e solo 264 alle scuole superiori. L’afflusso maggiore riguarda la fascia d’età compresa tra i 6 e gli 11 anni. “Ma ce ne sono molti di più – ha spiegato Di Palma – se si considera che almeno il 50% delle persone rifugiate sono minori”. Molti di loro, in ogni caso, sono in modalità didattica a distanza con i loro insegnanti rimasti in Ucraina “e noi ci attrezziamo per dare aiuto”, ha detto il vicedirettore dell’Usr.

Per capire come comportarsi in questa situazione (uso di mediatori linguistici, psicologi) e per superare il problema della lingua le scuole dell’Emilia-Romagna stanno facendo affidamento su due note del Ministero dell’istruzione. Il 18 marzo scorso è stata inviata alle scuole una nota regionale con le indicazioni – di concerto con la Regione – per la prima accoglienza e la gestione sanitaria legata ai vaccini contro il Covid-19. C’è stato inoltre un incontro con dirigenti scolastici e docenti per fornire indicazioni più precise su come “gestire” l’argomento della guerra in classe e su come parlarne. È dell’11 maggio, inoltre, una circolare sulla scuola estiva che consente agli istituti scolastici di rimanere aperti, su base volontaria, da giugno a settembre con due obiettivi: rafforzamento della didattica e socialità.