Morto Mario Vighi, capo ufficio stampa dei Teatri. Il giornalista stroncato da un malore al Valli

E’ morto nel pomeriggio di oggi lunedì 4 giugno, mentre si trovava al lavoro all’interno del Municipale, Mario Vighi, 62 anni, giornalista professionista e capo ufficio stampa ai Teatri di Reggio Emilia.

In una giornata di prove musicali al Valli, improvvisamente qualcuno ha fatto la tragica scoperta, accorgendosi di una persona a terra, molto probabilmente in seguito ad un malore. Subito sono stati chiamati i soccorsi, che, inetervenuti sul posto, hanno tentato di rianimare Mario Vighi, ma senza riuscirvi, tanto che il giornalista è deceduto poco tempo dopo, erano circa le 15, appena giunto all’ospedale Santa Maria Nuova.
 
Mario Vighi era nato a Parma, ma era un volto molto conosciuto a Reggio Emilia, dove aveva svolto quasi tutta la sua carriera professionale. Negli anni Novanata era stato il direttore di Retemilia, televisione reggiana dell’epoca, poi era passato ai Teatri di Reggio in qualità di capo ufficio stampa.
Da anni lottava contro una grave malattia. La notizia del malore e della morte di Mario Vighi ha sconvolto tutti i colleghi che in quel momento si trovavano come lui sul posto di lavoro. 

I colleghi e gli amici della Fondazione I Teatri. "Mario Vighi, il combattente, ci ha lasciato. Per noi era Mario e basta.
È in teatro che Mario, ogni giorno, da 20 anni, ha combattuto innanzitutto per le idee, con stile, immensa intelligenza, e perciò senza bisogno di diplomazie.
L’energia culturale, la carica umana, il guizzo che non t’aspetti e cambia il modo di vedere le cose: sono doti che ce lo hanno reso fratello e indimenticabile – mentre ancora non ci rendiamo conto che se n’è andato.
Mario ha agito su tanti campi di battaglia, il giornalismo, la letteratura, la politica, ma i più lo piangeranno semplicemente perché Mario era Mario.
E un grande umanista anarchico, sappiamo che questo gli piacerà.
Ciao, sarai sempre con noi".

Il sindaco Luca Vecchi sulla scomparsa di Mario Vighi. "Siate felici". Generazioni di spettatori e amici de "I Teatri" sono stati accompagnati, per anni, dalla voce di Mario Vighi, nel momento del "buio in sala". Proprio lui, giornalista di razza nato a Parma ma cresciuto professionalmente a Reggio Emilia, dove aveva guidato da direttore l’emittente Retemilia in un’epoca in cui scrivere significava battere sui tasti della mitica "Olivetti lettera 22", si rivolgeva bonariamente ai più giovani ricordando loro di "assicurarsi di aver spento i cellulari" e li introduceva alla magia delle rappresentazioni dal vivo al Valli.
Mario da oggi non c’è più: ci ha lasciati per un malore proprio mentre si trovava dentro quella che, nel corso dei decenni, era diventata la sua seconda casa, il più importante teatro cittadino, di cui era il capoufficio stampa sin dai tempi della presidenza di Elio Canova. Aveva appena "licenziato" la nuova stagione dell’opera lirica, inviando i materiali stampa alle redazioni e mi piace immaginarlo alla sua scrivania, fra ritagli di quotidiano, libretti di sala e volumi di letteratura sparsi alla rinfusa, in un caos creativo che era il suo mondo da sempre.
Nel tempo Mario ha collaborato a stretto contratto con Giuseppe Gherpelli, Daniele Abbado, più recentemente con il nuovo direttore Paolo Cantù. Il mondo della cultura reggiana perde un giornalista e un intellettuale di grande valore, un uomo sincero e poco incline ai compromessi, trasparente e appassionato sino al limite estremo dello scontro dialettico acre, sugli argomenti in cui credeva e a cui aveva dedicato la propria vita. Qualcuno in città osservava che che Mario aveva un brutto carattere, ma come ha sempre detto Enzo Biagi: "Se uno ha un carattere, di solito è un brutto carattere".
I Teatri di Reggio Emilia perdono un professionista serio, qualificato e completamente dedito al proprio mestiere, un giornalista competente e un uomo che alla principale istituzionale culturale cittadina ha dedicato tutto se stesso. Come Presidente voglio – anche a nome del Consiglio d’Amministrazione, del Direttore, del Collegio dei Revisori e del Comitato di Indirizzo – rivolgere ai suoi familiari, ai colleghi, ai tanti amici che lo piangono i sentimenti di cordoglio e di partecipazione al lutto.
Con Mario Vighi condividevamo la passione per Bruce Springsteen. Uno dei suoi motti, quando il lavoro quotidiano si faceva duro, era: siamo nati per correre, parafrasando il Boss".

Il saluto di Arci a Mario Vighi. "Ci ha lasciato un amico prezioso, capace di ascoltare e trovare le parole. Mario è stato una persona libera e un giornalista capace e colto. Con noi ha tenuto acceso un dialogo costante per continuare a fare dei Teatri reggiani dei luoghi aperti e plurali, la casa della cultura di tutti. Un abbraccio a suoi cari e a chi gli ha voluto bene".

Il cordoglio della Provincia. Anche la Provincia di Reggio Emilia partecipa al dolore per la scomparsa di Mario Vighi, da tempo responsabile del Settore Comunicazione ed editoria della Fondazione I Teatri. "In tutti questi anni Mario ha assicurato ai Teatri un lavoro prezioso e importante e lo ha fatto in virtù di indiscusse doti professionali, ma ancora di più grazie all’acume, alla curiosità, ad una arguta ironia che lo hanno sempre caratterizzato tanto come giornalista, quanto come uomo di cultura", ha dichiarato il presidente Giammaria Manghi nell’esprimere il cordoglio suo personale e della Provincia di Reggio Emilia ai figli.

Istoreco e il Viaggio della Memoria salutano Mario Vighi, "responsabile del Settore Comunicazione ed editoria della Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, scomparso nel pomeriggio di lunedì 4 giugno.
La presidente di Istoreco Simonetta Gilioli, a nome dello staff e del direttivo, esprime la vicinanza dell’istituto storico ai parenti, agli amici e ai colleghi di Mario.
Vighi è stato un grande amico di Istoreco e dei Viaggi della Memoria, contribuendo in maniera preziosa e vitale alla bella collaborazione che tutt’ora prosegue grazie a iniziative e momenti divulgativi e di approfondimento.
Il suo acume, il suo sorriso, la sua ironia sono indimenticabili. Così come la sua generosità e la sensibilità verso la storia, la società e l’importanza della divulgazione culturale.Grazie di tutto Mario".