L’allarme lo lancia la Cgil di Modena che spiega come 300 lavoratori della cooperativa sociale Dolce siano rimasti senza lo sipnedio: “Grave la situazione per circa 300 lavoratori della Cooperativa Sociale Dolce, impiegati in diversi servizi operanti su gran parte della Provincia di Modena, rimasti senza lo stipendio di marzo per la scelta della Cooperativa di non anticipare il pagamento del FIS.
Si tratta perlopiù di educatrici ed educatori dell’assistenza e dell’integrazione scolastica di ogni ordine e grado dell’istruzione e di personale dei nidi d’infanzia (educatrici e collaboratrici scolastiche) che lavorano, quindi, nei servizi scolastici sospesi, ormai, dal 23 di febbraio 2020 a causa dell’emergenza Covid-19.
Per questo motivo la Cooperativa Dolce ha richiesto l’apertura dell’ammortizzatore sociale già dall’inizio dell’emergenza, sottoscrivendo con le Organizzazioni Sindacali un primo accordo che prevedeva l’anticipo del suo pagamento fino all’8 marzo.
In seguito, visto il protrarsi delle misure restrittive, abbiamo ricevuto la comunicazione di prolungamento del FIS solo in data 1° aprile e ottenuto il confronto sindacale l’8 di aprile, in cui la Cooperativa ci comunicava l’intenzione di non anticipare il pagamento per l’intero mese di marzo a pochi giorni dall’elaborazione delle buste paghe e, quindi, dal pagamento degli stipendi.
La Cooperativa ha indicato come uniche alternative l’anticipazione fino a 1.000 euro per il solo personale con qualità di socio con anzianità di 3 anni, l’attivazione del canale finanziario con le Banche che abbiano aderito all’accordo a richiesta del dipendente e un’eventuale possibilità di ampliare solo attraverso un accordo sindacale ai soli dipendenti non soci l’anticipazione del Tfr.
Soluzioni assolutamente inefficaci perché non daranno possibilità a tanti dipendenti di accedere all’anticipo del Tfr (per mancanza dei requisiti, o per la scelta di adesione ai fondi di previdenza integrativa o per incapienza del Tfr perché già riscattato ai sensi di legge, ad esempio).
Anche l’anticipo da richiedere alle banche non può essere una soluzione efficace nell’immediato in quanto ancora non si conoscono i tempi di erogazione degli importi nonostanti gli accordi e i protocolli siglati, e ricevendo solo ora la richiesta dei dipendenti non garantiranno la risposta entro il mese corrente.
Ancora più grave è la situazione di mancato rispetto dell’accordo sottoscritto in data 6 marzo che prevede il pagamento anticipato del Fis fino all’8 marzo 2020, e il cui risultato complessivo è quello di aver lasciato i lavoratori della Cooperativa Dolce completamente senza retribuzione, creando un grave disagio economico a tante famiglie con un livello reddituale già basso per il CCNL applicato e in una situazione già appensantita da una riduzione delle entrate economiche visto il fermo delle attività.
A fronte dell’ennesimo rifiuto da parte della Cooperativa alla nostra richiesta di garantire il rispetto dell’accordo sul pagamento della prima settimana di marzo e di anticipare tutto il mese per non creare disagi ulteriori ai lavoratori, non è stato siglato alcun accordo con le organizzazoni sindacali e ai lavoratori non resta che auspicare di poter ricevere il pagamento con le possibilità previste, sicuramente in modo tardivo e non certo.
Ci siamo rivolti anche alle Amministrazioni Pubbliche committenti degli appalti che la Cooperativa gestisce nella Provincia, sia auspicando un intervento per ridurre il disagio in cui si trovano centiania di lavoratori e le loro famiglie sia per l’attivazione di servizi a distanza a supporto della didattica delle scuole e per dare quel minimo di continuità con le famiglie per l’area 0-6 anni”.
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costruiranno e demoliranno, costruiranno e demoliranno, a vantaggio dei padroni di casa, ovvero semplici personaggi eletti. E pubblicizzati come il cioccolato. Ma che dignita' ?
Gentile Casali (Ivaldo e' un nome bellissimo, ma richiama a un'epoca aristocratica di borghesia, che purtroppo la comunicazione sputtanesca, ha infangato), dicevo che il Conad […]
Questi politici pagati da noi cittadini, che dovrebbero curare i nostri interessi, diventano i nostri nemici. E poi si stupiscono che ci vada sempre meno