Caro Ignazio, caro Luigi,
ho iniziato la professione facendo cause alla Max Mara.
Era il periodo dei Pretori di assalto. Giocavo in casa.
Ebbi così modo di conoscere il “grande” Achille.
Non mancava mai alle “sue” udienze. Spigoloso, ma corretto. Sempre attentissimo.
Una volta, dopo l’esito a me favorevole di un processo per diffamazione, mi disse: “Se Lei non fosse comunista, sarebbe il mio Avvocato!”.
Sorrisi, anche perché non sono mai stato comunista.
Quando morì, scrissi su 24Emilia un articolo dal titolo “Uno, dieci, cento, mille Maramotti”.
Ringraziandolo per quello che aveva fatto per Reggio e per le donne di Reggio.
Che aveva tolto dalle risaie e dal lavoro dei campi, dando loro autonomia economica e – quindi – autonomia intellettuale. E, soprattutto, dignità.
La storia si ripete. Ho letto nei giorni scorsi – e leggo oggi – le sconcertanti dichiarazioni del Sindaco, che dopo avere ascoltato le lamentele delle lavoratrici Max Mara, senza alcuna verifica delle stesse, ha sparato ad alzo zero contro la Società.
Dando per acclarati: “il super sfruttamento, le condizioni di lavoro inaccettabili, le pressioni, le vessazioni, i richiami, i provvedimenti disciplinari, i dolori alle spalle e ai tendini, i tunnel carpali” e così via…
Senza uno straccio di prova. Solo le accuse delle lavoratrici e del Sindacato.
Che non ha detto una parola – invece – sulle assenteiste seriali.
Quelle che si ammalano il venerdì o il lunedì, così tanto per allungare il weekend.
Quelle che una sentenza della Corte d’Appello di Bologna ha definito “lavative”.
Quelle che il Sindacato difende sempre a spada tratta. Anche in causa.
Il “caso” Max Mara è finito immancabilmente in Parlamento.
Come già c’era finito il “caso” Fangareggi per l’articolo sulla Mahmoud.
Programmato l’intervento di Ilenia Malavasi. Sempre pronta all’uso.
I Maramotti si sono giustamente stancati e hanno annunciato la irrevocabile decisione di abbandonare il progetto “Polo della Moda” previsto per l’area dell’ex Fiera di Mancasale.
Una perdita enorme – per chi non lo sapesse – per la città, per l’economia ma, soprattutto, per l’immagine.
E il Sindaco che fa? Rilancia! E dichiara: “Non ho nulla di cui rimproverarmi”.
Da buon comunista. Perché un buon comunista non si pente mai!
La diplomazia è al lavoro, si dice. Per fare che? Per convincere i Maramotti a fare marcia indietro?
Io vorrei – se potessi – convincerli a non farlo.
Vorrei convincerli – anzi! – ad andarsene del tutto e per sempre da questa città che non li merita, cominciando a chiudere i loro negozi in centro (oramai quasi gli unici rimasti ancora aperti).
Perché pochi a Reggio – tantomeno i nostri Amministratori – sanno chi è e che cosa è Max Mara nel mondo (hanno mai sentito parlare del museo del Cappotto Max Mara a Pechino…?).
L’altra sera, durante una cena, l’Amministratore Delegato di una Società che gestisce un costoso resort sulla nostra collina mi ha riferito che sarà pieno fino a tutto ottobre di ospiti americani.
Alla mia domanda “Cosa ci vengono a fare gli americani a Reggio?”, così ha risposto: “Dormono qui, in collina, ma si spostano. Vogliono vedere, prima di tutto, Modena e la Ferrari, poi Parma”. “E Reggio?”. “Di Reggio conoscono solo la Collezione Maramotti”.
Fossi in Luigi e Ignazio, chiuderei anche la Collezione.
Via da qui! In altra città o in altra nazione.
Ove sappiano riconoscere quello che hai fatto e quello che puoi ancora fare, con il tuo impegno, con la tua passione.
Sul piano dell’occupazione e sul piano dell’immagine.
Ove vi sia piena collaborazione fra Classe Politica e Impresa. Nell’interesse di tutta la collettività.
Questo il Sindaco e la sua band, non lo hanno capito.
E dubito che lo capiranno mai.
Perché per loro, per risollevare le sorti di questa città, per risolvere il problema del degrado e della paura dei residenti, ci sono pur sempre i Mercoledì da Leoni.
E l’orchestra Mirko Casadei.
A volte, il silenzio è la scelta più saggia.
Ci siamo già dimenticati di Ludovica? È bastato il primo passo per inciampare in una gaffe tutt’altro che leggera.
Sul merito della questione preferisco non entrare: altri l’hanno già fatto in modo puntuale.
Quel che è certo è che il gruppo Maramotti non ha bisogno di avvocati d’ufficio: parlano i fatti, parlano i numeri.
Il Sindaco ha commesso una leggerezza. E i suoi collaboratori, purtroppo, continuano a tenere un atteggiamento che mal si concilia con il ruolo istituzionale che ricoprono.
Questi sono i risultati.
Ma se Maramotti ha deciso di sua sponte di annullare il progetto del Polo della Moda, cosa c’entra il sindaco ?
Mi perdoni ma il suo, come quello della maggior parte dei mezzi d’informazione, è un “pensiero unico”, un peana a MaxMara senza se e senza ma, a prescindere dal fatto che la rinuncia di MaxMara del Polo della Moda e la vertenza sindacale con le Manifatture di S. Maurizio sono cose scollegate.
Cosa dovrà mai fare il sindaco se Maramotti non vuole procedere con il progetto ?
Con tutta la buona volontà, come può una parte convincere l’altra che ha deciso irrevocabilmente di andare in un’altra direzione ???
Se la rinuncia irrevocabile (che sgnifica trattative zero) al Polo della Moda fosse una ripicca – e non credo proprio lo sia – perchè alcune lavoratrici si sono lamentate col sindaco delle condizioni di lavoro, ci sarebbe da preoccuparsi davvero circa la governance dello stimatissimo gruppo industriale.
Se uno vuole a tutti i costi che io apra un albergo a Gavassa, ma io non ce la vedo, sarò ben libero di usare i mei danari come voglio ?
Ma se Maramotti ha deciso di sua sponte di annullare il progetto del Polo della Moda, cosa c’entra il sindaco ?
Mi perdoni ma il suo, come quello della maggior parte dei mezzi d’informazione, è un “pensiero unico”, un peana a MaxMara senza se e senza ma, a prescindere dal fatto che la rinuncia di MaxMara del Polo della Moda e la vertenza sindacale con le Manifatture di S. Maurizio sono cose scollegate.
Cosa dovrà mai fare il sindaco se Maramotti non vuole procedere con il progetto ?
Con tutta la buona volontà, come può una parte convincere l’altra che ha deciso irrevocabilmente di andare in un’altra direzione ???
Se la rinuncia irrevocabile (che sgnifica trattative zero) al Polo della Moda fosse una ripicca – e non credo proprio lo sia – perchè alcune lavoratrici si sono lamentate col sindaco delle condizioni di lavoro, ci sarebbe da preoccuparsi davvero circa la governance dello stimatissimo gruppo industriale.
Caro Cesare, parole di una stringata e loquenza e drammaticamente vere: nella tua fotografia reggiana vorrei aggiungere ed evidenziarti quando, come Assistente del Dott. Maramotti Egli entrò nella Sua fabbrica sgominando con una “panciata” il picchetto comunista che voleva impedirgli di entrare ed Io timidamente e rattrappito, entrai dietro di Lui protetto dalla sua imponente, fisicamente e celebralmente figura. Complimenti ancora per il tuo articolo. A presto un abbraccio Gianfranco Sabbadini
Caro avvocato Bonazzi
Forse le giova precisare di non essere stato comunista ma non era necessario
da parte del “Rutte” di Reggio Emilia.
Cordialmente
Roberto Masoni
Forse sono i 40 gradi di calore ?
Capita raramente di leggere un numero tanto elevato di stupidaggini trasmesse con una sintassi di così elevata bruttezza. Complimenti!
Fiumi di parole ,ogni uno doveva rimanere al suo posto ma va bene così ,avanti un altro
Una presa di posizione poco elegante quella dei Maramotti.
E dire che lo stile dovrebbe essere il loro pane quotidiano.
Credo che le relazioni con l’azienda i dipendenti dovrebbero essere oggetto di discussione e incontro tra le parti e i sindacati, il sindaco forse può avere qualche informazione ma saranno veritiere ?Mi stupisce la vicenda non posso credere che abbia fatto da mediatore Massari per garantire migliori rapporti con l’azienda forse per bontà ha sbagliato doveva delegare tutto al sindacato.
IN CONCLUSIONE:
Massari ha fatto ciò che un sindaco deve fare e resterà al suo posto.
Maramotti ha deciso di cassare il progetto “Polo della Moda” in modo “DEFINITIVO E IRREVOCABILE”.
Il terreno non è stato mai acquistato e mai lo sarà.
Non farà certo la figura di retrocedere, anche se l’attuale amministrazione comunale si recasse in pellegrinaggio al Castello di Albinea e colà pernottasse come Enrico IV a Canossa.
La faccenda sindacale e la decisione di non procedere con il Polo della Moda SONO FACCENDE INDIPENDENTI, solo casualmente accadute in contemporarea.
FACCIAMOCENE UNA RAGIONE, al di là delle prese di posizione da una parte e dall’altra.
Se Max Mara ha stoppato il progetto, NON dipende dal piccolo conflitto sindacale.
Ciò a mio umile parere.
Le esperienze dei lavoratori Max Mara sono molto diverse a secondo dei ruoli ,dei poli e dei capireparto con cui lavorano. Negli anni ,ho sentito di tutto e non entro nel merito. L’unica cosa che mi sento di smentire categoricamente è che l’attuale, sia un’amministrazione comunista. Da DeRio in poi a Reggio comandano i Renziani ex democristiani, ciellini e dossettiani, quindi per favore, lasciamo riposare i morti!!!!!!
Condivido pienamente , aggiungo che non è questione di sapere come sono andate le cose ‘davvero’, ma va stigmatizzato lo squallore di una giunta che non riconosce il valore di avere MM, e che invece difende e offende, prona a un solo sindacato, parziale, strumentalmente cieco di fronte alle condizioni di tanti laboratori cinesi che rovinano persone e mercato…un sindacato è credibile se tutela tutti. E una giunta non deve fare il sindacato, ma sviluppare economia e dare sicurezza.
Di ambiente idilliaco in MM mai sentito parlare. Di nidi di vipere pronte a mordersi l’un l’altra tante volte sentito parlare, non vorrei che il sindaco sia diventata la foglia di fico per il ritiro da un progetto nel quale forse non credevano più tanto. Sennò vabbè, tutti proni ai Maramotti, evviva madama la marchesa ..
Non conosco personalmente le 50 lavoratrici che si sono lamentate, né le 70 che hanno smentito le colleghe, così come non conosco individualmente i capi reparto di Max Mara, per cui non so se qualcuno possa aver abusato della propria posizione. Conosco però personalmente la famiglia Maramotti, e posso assicurare che nulla, nella mia vita, mi è sembrato più assurdo di queste accuse rivolte contro di loro.
Nelle mie esperienze di lavoro con loro sono stata estremamente colpita dal loro senso sociale, dalla loro sensibilità verso l’altro — sempre approcciato con rispetto e dignità. Anche le mostre presso la Collezione Maramotti sono specchio dei loro valori sociali, che si manifestano con coerenza, dai piccoli gesti della quotidianità alle relazioni di lavoro e di amicizia.
Il loro approccio alla vita riflette un’etica intrisa di consapevolezza sull’importanza di certe scelte, piuttosto che altre, per costruire un mondo fondato sul rispetto dei più significativi valori umani.
È chiaro che in un impero costruito con tanta dedizione come quello di Max Mara, le persone coinvolte siano molte, e che possano nascere malumori fra il personale. Ma che queste lamentele diventino un pretesto per attaccare i Maramotti, come se fossero loro in prima persona a insultare chi lavora per l’azienda, mi sembra sinceramente non solo estremamente assurdo, ma anche molto triste.
Prima di aver verificato come stanno le cose, cosa che mi sembra doverosa, ogni giudizio e’ solo assurda presa di posizione politica.
Condivido tutto quello che hai detto complimenti
Hai scritto una lettera bellissima, davvero complimenti, il sindaco ha fatto schifo, adesso cerca un nuovo colloquio che non gli concederanno, fanno bene. La nostra città ha perso un occasione importantissima, la riqualificazione della zona fiera,posti di lavoro ecc ecc…
Non so se ci siano prove riguardo alle accuse fatte dalle lavoratrici ma credo poco anche ai complotti orchestrati dal sindacato che vanno contro gli interessi delle lavoratrici stesse e poi a quale pro ? Proprio in mancanza di prove pro o contro ritengo che tutti dovrebbero astenersi dal giudicare quello che non sanno proprio per non cadere in prese di posizione piu’ politiche che altro.
Mi dispiace sinceramente, ma non riesco ad inquadrare in un contesto industriale degno di questo nome la connessione tra un progetto che, anche senza prendersi la briga di conoscerlo in dettaglio, richiede anni di pianificazione e milioni di investimenti ed una incresciosa vertenza sindacale. Se il concetto del “mi porto via il pallone perché è mio” è ciò con cui cihe qualifica il fare impresa oggi allora si è persa completamente quella cultura tipicamente emiliana dell’amore per la propria impresa ed il proprio lavoro condivisi tra imprenditore e lavoratore, sulla base dei quali il rispetto reciproco era tale da superare esigenze a volte anche diametralmente opposte.
Sono fiducioso che alla fine possa prevalere la ragione e si trovi un giusto compromesso lato vertenza che permetta all’azienda di capitalizzare per trarne un beneficio di immagine e ripensare ad una scelta che ad oggi credo rappresenti un costo significativo che si può evitare.
Sono d’accordo
Il compromesso è l’unica via che massari si dimette
l’imprenditore ha diritto al giusto compenso: come sosteneva Adriano OLivetti non più di 10 volti lo stipendio dell’operaio
Credo che le relazioni con l’azienda i dipendenti dovrebbero essere oggetto di discussione e incontro tra le parti e i sindacati, il sindaco forse può avere qualche informazione ma saranno veritiere ?Mi stupisce la vicenda non posso credere che abbia fatto da mediatore Massari per garantire migliori rapporti con l’azienda forse per bontà ha sbagliato doveva delegare tutto al sindacato. Non si deve mai giudicare il prossimo senza conoscerlo bene, ogni persona ha una personalità multiforme e i rapporti con il personale sono gestiti da figure amministrative che non credo possono aver trattato con poco rispetto i dipendenti. La formazione dei dirigenti insegna il rispetto della dignità. Temo che si voglia sfruttare la vicenda per danneggiare la nostra città e il Sindaco
Sono un x dipendente MaxMara ho lavorato 42 anni in MaxMara ho fatto vari lavori e mi hanno dato tante possibilità x crescere.
Ora che ho una certa età, col senno di poi,sono contenta di aver lavorato in una azienda solida e mi ritengo fortunata e orgogliosa di aver trascorso la mia giovinezza in questa azienda ,xché ti i segna le responsabilità e cosa vuol dire il dovere.
Che il Sindaco Massari sia stato poco avveduto nel gestire il rapporto con la protesta delle lavoratrici di Max Mara e’ del tutto evidente , ma il rinunciare al Progetto del Polo della Moda da parte del Dott..Maramotti il giorno prima del rogito , può dare adito a forti dubbi sulle reali ragioni della rinuncia , che potrebbe essere invece quella di una sua marcia indietro sulle opportunità dell intraprendere un percorso economico impegnativo in un momento di crisi mondiale ….. Massari gli ha servito un bel ” cavallo di troia’ ” per giustificare il ripensamento che quindi potrebbe essere motivato non tanto da ragioni”politico/sociali ” ma bensì da una revisione economica sulla opportunità del progetto ….”.a pensare male e’ peccato , ma spesso ci si azzecca”(G.A.)
esattamente quello che penso io, la verita’ ancora non e’ venuta fuori…motivo per cui la situazione parrebbe essere piu’ seria di quanto ce la vogliano far intendere….
E no, un racconto pieno di omissioni, caro Avvocato Bonazzi, chi ricorda gli anni 80, ricorda tutta un’ altra storia, sicuramente la famiglia Maramotti ha dato lavoro a molti nostri concittadini, ma dimentica il cottimo, il cronometro, ecc.ecc.. Reggio e’ la città dove e’ nato tutto perché dovrebbero abbandonarla? Non voglio parlare del caso specifico, non conoscendo , come tutti, cosa e’ accaduto veramente, ma Reggio e tante giunte comunali hanno dato tanto alla famiglia Maramotti…mai dimenticare…
Continuate a pagare la tessera a landini
I Maramotti e MaxMara eccellentissimi in tutto e siamo grati di averli nella nostra umile Reggio, al cui sviluppo hanno tanto contribuito.
Ma stavolta la faccenda puzza di bruciato, qualcuno, all’interno della famiglia, non era convinto dell’investimento (non avevano neppure ancor comprato il terreno) ed ha, per così dire “colto la palla al balzo” per giustificare una marcia indietro su tutta la line.
E’ pur vero che il buon Andreotti diceva che a pensar male si fa peccato… ma…
sono d’accordo
Baciapile di capitalisti.
Mah ..
Max Mara ha già ampiamente e da tempo delocalizzato la produzione in Romania e quanto alle assunzioni a Reggio Emilia non ci sono possibilità se non con contratti temporanei, magari da lunedì a venerdì rinnovati fin quando la legge lo consente, per poi risolverlo, tanto di poverette ne trovano sempre. L’avvocato Bonazzi può farsi un giro a Corte tegge al magazzino di diffusione tessile e sentire dalle ragazze stesse.
Alle serate di orientamento dopo le scuole medie non fanno che decantare le possibilità di lavoro per il settore moda sia negli istituti professionali sia in quelli tecnici . Purtroppo é ampiamente documentabile che le ragazze non troveranno lavoro nel settore Moda se non contratti a che non garantiscono nessuna stabilità, oppure apprendistato a termine a 400 euro mensili…
Il polo della moda avrebbe migliorato queste condizioni o sarebbe stato l’ennesimo sfoggio del personale prestigio dei Maramotti?
Andate, rimanete, fate quello che vi pare come avete sempre fatto (lo Skyline Calatrava…)
Io le vetrine max Mara ho smesso di guardarle da tempo….
Bonazzi Sindaco Subito!!!
Buonasera Tutto condivisibile . Ma dei comunisti o ex tali diffido sempre. Deformazione
Gentile avvocato, il suo è il punto di vista di una persona fortunata perché non ha mai avuto bisogno di fare turni, soddisfare budget quantitativi e qualitativi, inoltre mi chiedo se ha mai avuto bisogno di confrontarsi con la sua immagine e renderla adeguata ad uno standard.
Ci sarebbe molto altro, ma ritengo che lei, con la sua professione, è perfettamente a conoscenza di come funziona il mondo all’interno di un ambiente di lavoro se non sei accettato dalla proprietà.
Ci sarebbe molto altro su cui riflettere.
Cordialmente
Non sono di Reggio. Mia figlia laureata al Politecnico di Milano, ha lavorato per 10 anni come designer, in una società del gruppo che ha poi lasciato per motivi di Famiglia.
Mi ha sempre parlato di gente seria,corretta, attenti al benessere dei collaboratori, un ambiente che rimpiange . Ho avuto modo di conoscerne i colleghi ed anche i capi e da vecchio dirigente d’ azienda, ho capito che il gruppo Max Mara ha eccellenti relazioni industriali.
Buonasera Tutto condivisibile . Ma dei comunisti o ex tali diffido sempre. Deformazione
E sì che Bonazzi, peraltro eccellente avvocato, ha lavorato decenni per la cgil. Dovrebbe sapere di che pasta siamo fatti, e che quando noi portiamo un caso da un giudice, portiamo il caso di un oppresso.
Davvero non mi spiego questa uscita.
Complimenti davvero di cuore….hai interpretato in pieno la realtà dei fatti….sono completamente d’accordo con te…non è x caso che queste “lavoratrici “della C.G.I.L sono state sollecitate dal loro Capo? Quel Landini Reggiano che odia i “padroni “?….ciao grazie…
Io sono una ex dipendente Max Mara e ne sono fiera..fiera di aver avuto nel mio c.v. un trascorso nel gruppo…ho conosciuto il fondatore Achille ed i figli Luigi e Ignazio che ho stimato e continuerò a farlo…tutto questo fa parte del ns made in Italy, del quale un gran pezzo, che hanno fatto la storia…salviamo il loro lavoro fatto e diamo un grande sostegno all’azienda..
Chi potrebbe confutare quanto scritto dall’avvocato ( non certo un vetero fascista)?Oh certo più di uno nell’ ” isola felice ” ( ma dove ,?ma quando?) ci sarà. Poi eviterò di verificare il loro background politico e culturale, il reflusso gastroesofageo in queste giornate di caldo tropicale è vivamente sconsigliato.Ma una sottile battuta di zeloniana memoria ,solo per rinfrescare un po’ l’ambiente concedetemela: ” Ma questi sono del mestiere…..”