L’Emilia “zona rossa”? Bonaccini frena

Stefano Bonaccini giunta Emilia-Romagna ER

Secondo una bozza circolata nelle ultime ore di sabato 7 marzo, il governo Conte sarebbe pronto a varare un altro decreto con nuove e più stringenti misure per contenere il diffondersi dell’epidemia di Coronavirus: la più importante – e impattante – è quella che estenderebbe fino al 3 aprile i confini della “zona rossa” all’intero territorio della Lombardia e a 11 province di Veneto (Venezia, Padova e Treviso), Piemonte (Asti e Alessandria), Marche (Pesaro e Urbino) ed Emilia-Romagna (Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena e Rimini).

Il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, però, ha frenato su questa ipotesi: “Alcune parti del provvedimento possono risultare di dubbia interpretazione e domani di difficile applicazione”, ha scritto il governatore su Facebook, con riferimento al fatto che secondo la bozza di decreto circolata finora le disposizioni in esso contenute produrrebbero il loro effetto già a partire da domenica 8 marzo.

“Ben comprendendo che queste nuove limitazioni sono dettate da indicazioni imprescindibili del Comitato tecnico-scientifico e condividendo l’obiettivo di contenere con ogni mezzo la diffusione del virus, riteniamo necessario poter meglio valutare la coerenza dei provvedimenti, che impattano peraltro in modo disomogeneo sul nostro territorio regionale. Per queste ragioni ho chiesto al presidente Conte e al ministro Speranza, in una logica di leale collaborazione, di poter lavorare ancora alcune ore per addivenire alle soluzioni più coerenti e condivise”.

Proprio nella giornata di sabato 7 marzo hanno superato quota mille (su 3.604 campioni refertati) i casi di positività al Coronavirus in Emilia-Romagna, con 140 nuovi contagiati in più rispetto all’aggiornamento di venerdì pomeriggio. Sono proprio le province destinate a entrare nella nuova “zona rossa” quelle più colpite: 479 contagi complessivi in provincia di Piacenza (53 in più rispetto a venerdì), 229 in quella di Parma (+49), 104 in quella di Rimini (+11), 82 in provincia di Modena (+9) e 48 in quella di Reggio Emilia (+4).