Utero in affitto, il Pd emiliano si spezza in due

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È bufera a Bologna dentro al Pd, diviso sul testo della legge contro l’omotransfobia che la Regione dovrebbe approvare a breve. Dopo mesi di stallo, sul testo sarebbe stato trovato un accordo con l’area cattolica dei dem solo grazie a un emendamento che definisce la maternità surrogata come “forma di sfruttamento della donna” al pari di violenze, abusi e maltrattamenti in famiglia. I consiglieri di sinistra hanno già annunciato il loro voto contrario, così come sono insorte le associazioni Lgbt. Anche il sindaco Virginio Merola si è smarcato: “La legge va approvata, ma è discutibile equiparare tout court la maternità surrogata alla violenza sessuale”, ha scritto su Twitter.

Nello stesso emendamento, aggiunto in extremis, si prevede inoltre lo stop ai finanziamenti per associazioni e manifestazioni che trattino l’argomento della gestazione per altri in modo lesivo della dignità della donna.

Il Comune di Reggio: si proceda all’approvazione della legge. Il Comune di Reggio Emilia ha appreso che sono stati proposti emendamenti al testo del progetto di Legge regionale, di iniziativa popolare, contro l’omo-transfobia, già approvato dal Consiglio comunale di Reggio Emilia nello scorso mese di luglio, analogamente a quanto fatto dai Consigli comunali di Bologna e Parma.

Tali proposte di emendamento intenderebbero modificare di fatto un articolo della Legge di Parità (legge regionale 6/2014), introducendo tra le fattispecie di atti contro i quali impegnare l’azione regionale – sfruttamento del corpo delle donne, violenza sessuale, abuso di minori, sfruttamento della prostituzione, maltrattamenti ed stalking – anche la cosiddetta ‘gestazione per altri’.

Preso atto di questo, il Comune di Reggio Emilia trova incongruente e incoerente questa modifica e la considera violativa della volontà espressa maggioritariamente dal Consiglio comunale di Reggio Emilia, che unitamente agli altri Consigli comunali di Bologna e Parma, rappresenta 800.000 cittadini della regione Emilia-Romagna. E non condivide il modo strumentale attraverso il quale si introduce, in maniera surrettizia, il tema della ‘gestazione per altri’, nell’articolato del progetto di Legge di iniziativa popolare. Ritiene infatti che un tema simile meriterebbe una adeguata discussione, libera da ogni sorta di possibile strumentalizzazione.

La maggiore preoccupazione del Comune è che comunque si proceda rapidamente, in sede legislativa regionale, alla approvazione della Legge, in perfetta coerenza con le aspirazioni e le azioni politiche e amministrative di una città come Reggio Emilia, che dal 2003, ossia da oltre 16 anni, opera in convenzione con un’associazione di rappresentanza di persone Lgbt per la promozione di una cultura di non discriminazione e per la prevenzione e il contrasto di ogni forma di svantaggio determinato dal dichiararsi persona con orientamento sessuale differente dal sesso di appartenenza o trangender.

Peraltro, sempre in coerenza con un operare finalizzato ad adempiere al principio costituzionale di uguaglianza, nel 2015 il Comune di Reggio ha costituito un Tavolo interistituzionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni delle persone Lgbt, con il quale ha coinvolto le maggiori istituzioni del territorio in campo scolastico, sanitario, della giustizia ed è prossimo ad approvare un Protocollo operativo che contenga gli impegni condivisi con queste organizzazioni e realtà aggregate, che vanno nell’indirizzo dell’eguaglianza sostanziale e della prevenzione delle discriminazioni.