Il libro di Claudio Cerasa, direttore del “Foglio”, ha un obbiettivo dichiarato: svelare «gli impostori dannosi per la nostra politica, per la nostra democrazia, per il nostro futuro», quelli del: «Sì, ma». E appartengono alla destra quegli impostori che «da anni mettono in circolo un virus politico pericoloso: promettono di difendere la libertà negli stessi istanti in cui fanno di tutto per comprimerla».
Ispirato alle parole di Filippo Turati, pronunciate nel 1923: «La libertà sono tutte solidali. Non se ne offende una senza offenderle tutte», l’autore analizza i comportamenti politico-culturali della Lega guidata da Matteo Salvini «che ha governato durante la legislatura iniziata il 4 marzo 2018», dei Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni che ambiscono a governare nei prossimi anni e dei «loro cugini di campagna elettorale (come le destre europee, come la destra americana)».
Se le parole di Turati sono il «filo conduttore di questo libro», il gioco elettronico “Amon us” – i giocatori all’interno dell’astronave devono scoprire chi sono gli impostori al suo interno – è la metafora di cui Cerasa si avvale per rendere chiaro il suo scopo, ossia liberare la destra italiana (e non solo) dalle catene che la legano a partiti apertamente populisti perché la «nostra libertà è legata alla capacità di ciascuno di noi di riconoscere … chi sono i compagni di viaggio che possono aiutarci a proteggere la nostra libertà e chi sono invece gli impostori, quelli che ci offrono costantemente false protezioni», usando la «moderazione come mezzo e non come fine».
E questa opera di appassionato “svelamento” corre in tutte le trecento pagine del libro: sia quando denuncia, ad esempio, le relazioni pericolose con la Russia di Putin, in particolare di Matteo Salvini, le ambiguità verso il ruolo dell’Europa rispetto agli Stati nazionali, condivise con Giorgia Meloni come l’ostilità verso l’immigrazione e la strizzata d’occhio alle posizioni no vax. Sia quando allargando lo sguardo Oltreoceano su QAnon (una teoria cospirazionista), sul suprematismo bianco, responsabili di terribili stragi non solo negli Stati Uniti ma anche in Nuova Zelanda, Cerasa sottolinea il fatto che il loro vademecum ideologico non «rappresenta più un substrato della nostra civiltà politica» ma ormai è assurta a «una cultura non incompatibile con una dottrina politica non più minoritaria, fatta di nazionalismo spinto, odio contro il globalismo, sospetti contro le diversità, demonizzazioni dell’integrazione, retorica dell’invasione». Tutti elementi che, in qualche misura, si trovano nella destra populista italiana quando la questione diventa, ad esempio, l’immigrazione.
Non a caso, infatti, titola un capitolo “I nuovi nemici del popolo: gli immigrati”. Scrive: «Usare gli immigrati come uno spauracchio per accrescere il proprio consenso … Giocare con la xenofobia fingendo di voler combattere l’immigrazione irregolare… Costruire un asse cordiale con i Paesi che vogliono trasformare l’Italia nel campo profughi d’Europa… Trasformare i problemi risolvibili in emergenze nazionali»… significa «Usare le emergenze create a tavolino per distogliere l’attenzione dai guai combinati al governo [in altre pagine il direttore del “Foglio” ricorda i decreti Salvini sulla sicurezza] e dirottare l’attenzione degli elettori più sui problemi percepiti che su quelli reali». E si potrebbe continuare…
Molto interessanti, ma lo sono proprio tutti, sono i capitoli dedicati alla globalizzazione (Amazon non è un mostro, anzi), ai giovani (leggete le considerazioni su Quota 100 e poi capirete), alla carceri e alla giustizia (un’intervista illuminante all’ex magistrato Carlo Nordio). Altrettanto significative sono le due Appendici, “Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”, in cui sono riportate le schede dei partiti sovranisti europei e il loro legame con la Lega di Salvini e Fratelli d’Italia di Meloni e, nell’altra, “Foto di gruppo”, in cui, citando fonti giornalistiche, Cerasa fa una carrellata dei tanti nostalgici del duce che militano nelle formazioni populiste italiane.
Un libro che disegna una destra libera dalla zavorra populista, capace di affrontare il futuro con le armi delle libertà, quelle che si riscontrano, secondo l’autore, nel Dna della liberaldemocrazia.
(Claudio Cerasa, Le catene della destra, Rizzoli, 2022, pp. 300, 18 euro, recensione di Glauco Bertani).
(Si ringrazia la Libreria del Teatro, via Crispi 6, Reggio Emilia).
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