E’ un nuovo e deciso investimento sul lavoro quello che la cooperativa sociale Dimora d’Abramo mette in atto a favore dei richiedenti asilo.
Mentre proseguono le attività legate ai progetti d’accoglienza straordinaria che nel 2017 hanno portato alla realizzazione di 445 percorsi professionalizzanti, 244 tirocini lavorativi, 464 esperienze di volontariato e lavoro socialmente utile e all’attivazione di 84 contratti di lavoro, la cooperativa di via Normandia ha infatti aderito a StartRefugees, la prima piattaforma on-line italiana creata per consentire l’integrazione lavorativa di richiedenti asilo e di rifugiati nel nostro paese attraverso una relazione del tutto nuova con l’offerta di lavoro – anche occasionale, per più o meno lunghi periodi – proveniente da singoli, aziende o famiglie.
“Insieme all’apprendimento della lingua – sottolinea Luigi Codeluppi, presidente della Dimora d’Abramo – la questione del lavoro è assolutamente prioritaria nell’ambito di un percorso di integrazione, anche temporaneo, all’interno delle comunità locali, perché si traduce in maggiore autonomia economica, impegno per la collettività, maggiori relazioni sociali, legalità e sicurezza”.
“Da qui – prosegue Codeluppi – un investimento che va ad arricchire non solo le possibilità di inserimento al lavoro dei richiedenti asilo, ma contrastano decisamente anche i possibili fenomeni di lavoro irregolare, sommerso, sottopagato e fonte di evasione cui i migranti possono essere esposti”.
A spiegare il valore, il funzionamento di StartRefugees, i risultati della piattaforma decollata pochi mesi fa in Liguria e le attività già messe in campo dalla Dimora d’Abramo sono, insieme a Codeluppi, il responsabile del Servizio di accoglienza straordinaria, Marco Aicardi, l’Assessore comunale alla Città Internazionale, Serena Foracchia, i fondatori della Piattaforma: Maurizio Astuni (dottore commercialista e presidente di StatRefugees), Mauro Orso (amministratore delegato di StartRefugees) e Simona Binello, responsabile dell’Area stranieri del Consorzio Agorà, cui fanno capo cooperative sociali che si occupano di servizi alla persona.
“Oggi – sottolinea l’assessore Serena Foracchia – siamo in presenza di un ulteriore passo in avanti sul tema dell’integrazione, e in una città come Reggio Emilia è particolarmente significativo che si faccia leva proprio sul lavoro”. “Nel momento in cui aumentano le preoccupazioni sul tema dell’accoglienza, questa iniziativa, oltretutto, fa leva su due elementi essenziali: la regolarità del lavoro e, soprattutto, su un sistema che – grazie alla capacità di Dimora d’Abramo di agganciarsi a questa piattaforma e al lavoro che c’è dietro StartRefugees – crea e alimenta fiducia tra le persone, riaffermando il principio che l’integrazione è una ricchezza e fattore di crescita per tutti”.
La piattaforma – di fatto – agisce come facilitatore di contatti tra domanda e offerta di lavoro: da un lato le cooperative e i consorzi che accolgono migranti – e la Dimora d’Abramo è tra le realtà più importanti che hanno aderito al progetto – caricano i curricula delle persone che ritengono idonee al lavoro e delle quali si fanno garanti, e, dall’altro, i potenziali datori di lavoro possono accedere a queste informazioni per valutare i diversi profili e scegliere tra quelli che ritengono adeguati quella più adeguata alle proprie esigenze.
Una volta eseguita la ricerca e analizzati i diversi profili, le persone, le imprese e le famiglie che abbiano necessità di prestazioni occasionali (dal tinteggio al giardinaggio, alle manutenzioni, alla produzione di beni) debbono registrarsi sulla piattaforma per entrare in contatto con la struttura (in questo caso la Dimora d’Abramo) che metterà a disposizione la forza lavoro scelta.
E’ la stessa cooperativa, peraltro, a compiere la selezione dei profili da inserire su StartRefugees sulla base di una serie di parametri che includono – sottolinea il responsabile del Servizio di accoglienza straordinaria della Dimora d’Abramo, Marco Aicardi – “il profilo di legalità, competenze professionali, conoscenza della lingua italiana, motivazioni e idoneità al lavoro, capacità relazionali e affidabilità”. “Ad oggi – osserva il presidente della Dimora d’Abramo, Luigi Codeluppi – abbiamo già inserito oltre 100 profili sulla piattaforma, e al lavoro di selezione che ci ha lungamente impegnato aggiungiamo un accompagnamento che ci consente di verificare, caso per caso e nelle diverse situazioni, il buon funzionamento del rapporto lavorativo e della relazione tra i due soggetti in causa”.
“La tecnologia adottata – spiega Mauro Orso – offre suggerimenti ai fruitori, consente e stimola recensioni a doppio senso che vanno a premiare, promuovere e tutelare i percorsi dei richiedenti asilo, costruendo così esperienze lavorative e curriculari tracciabili e arricchite dalle valutazioni espresse dagli utenti in cerca di manodopera occasionale”.
“Tra gli aspetti più significativi – sottolinea Maurizio Astuni – spicca il fatto che, di qualunque natura sia e indipendentemente dalla durata, la prestazione lavorativa avviene nel pieno rispetto di tutte le norme, tutelando contemporaneamente chi cerca e chi offre lavoro e garantendo anche un flusso di entrate agli Istituti previdenziali”.
Il pagamento della prestazione del richiedente asilo è regolato, sostanzialmente, da tre forme alternative di retribuzione che dipendono dalla natura e/o discrezione del committente: in particolare, si tratta di “Job on call” (contratto di lavoro collettivo a tempo determinato per aziende con più di 4 dipendenti), “Libretto Famiglia” (libretto nominativo prefinanziato, composto da titoli di pagamento del valore nominale di 10 euro lordi orari) e “PrestO”, contratto di prestazione occasionale che si rivolge a singoli o piccole aziende (sotto i 5 dipendenti) e prevede un minimo di 4 ore lavorative.
“Le esperienze già in pochi mesi realizzate in realtà importanti quali Genova – sottolinea Simona Binello di Agorà – ci parlano di un centinaio di relazioni lavorative e di tante 466 ore di impiego per una settantina di persone, ma soprattutto di una relazione molto forte tra imprese, famiglie e richiedenti asilo. Questa modalità di incontri, infatti, ha positivamente inciso sulla maggiore conoscenza delle situazioni che inducono ad abbandonare i Paesi d’origine, sul rispetto delle culture in campo dall’una e dall’altra parte, su una visione delle persone migranti come risorsa e non come pericolosi e persino sulla tipologia del lavoro, che in qualche caso si è trasformato in un rapporto di dipendenza, raggiungendo un obiettivo di per sé non ricercato, ma nato proprio da una nuova relazione”.
La piattaforma è già accessibile all’indirizzo: www.startrefugees.com
Ultimi commenti
peccato privarsi di cosi' tanta bellezza...lo Skyline di Cella non sara' mai piu' come prima.
Ma il Sindaco è la Giunta, non pensano a ridurre la spesa della complessa macchina comunale, lo stipendiopolo comunale è stato classificato come la maggior
Stato di abbandono? Io direi più atti di vandalismo...