La pandemia riprende vigore: Rt a quota 1,15

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La prima riunione di novembre della cabina di regia tra Ministero della salute, Istituto superiore di sanità e Regioni ha certificato una brusca risalita (la quarta consecutiva) dell’indice Rt relativo all’epidemia di nuovo coronavirus in Italia.

Secondo i numeri del ministero e della Protezione civile, infatti, il valore dell’indice di trasmissibilità medio (calcolato sui casi sintomatici) dell’infezione da virus Sars-Cov-2 è aumentato rispetto alla precedente rilevazione (0,96), raggiungendo quota 1,15 (range: 0,93 – 1,28) e superando per la prima volta da settimane la soglia epidemica (Rt = 1), il valore che separa convenzionalmente una situazione di epidemia in avanzamento (Rt maggiore di 1) da una situazione di epidemia in regressione (Rt inferiore a 1).

In lievissima discesa, invece, il cosiddetto “Rt ospedaliero”, ovvero l’indice di trasmissibilità basato sui casi di Covid-19 con ricovero ospedaliero, sceso a 1,12 (range: 1,06 – 1,17) rispetto alla quota di 1,13 della rilevazione precedente: si tratta del primo calo dopo tre aumenti consecutivi.

Il monitoraggio settimanale sullo stato dell’epidemia in Italia, invece, ha confermato il trend al rialzo dell’incidenza settimanale dei contagi, passata da 46 a 53 nuovi casi di positività riscontrati ogni 100mila abitanti; un valore che è tornato, per la prima volta dopo un mese e mezzo, sopra la soglia dei cinquanta nuovi casi ogni 100.000 abitanti, quella che secondo il Comitato tecnico-scientifico consentirebbe – se non fosse oltrepassata – il miglior controllo della circolazione del virus grazie a un più efficiente contenimento (ovvero l’identificazione dei casi e il tracciamento dei relativi contatti).

È peggiorato, nel frattempo, anche il quadro delle regioni e delle province autonome classificate a rischio epidemico moderato: secondo l’ultima rilevazione, infatti, tutti i territori rientrano in questa fascia, mentre nessuna regione o provincia autonoma è attualmente considerata a rischio basso (né, d’altra parte, a rischio alto).

Per quanto riguarda la pressione sulle strutture ospedaliere, il tasso di occupazione nei reparti di terapia intensiva è salito dal 3,7% del 28 ottobre al 4% del 4 novembre, mentre il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale ha fatto registrare un incremento dal 4,5% del 28 ottobre al 5,3% del 4 novembre.

È in forte aumento il numero di nuovi casi di Covid-19 non associati a catene di trasmissione (8.326, contro i 6.264 del monitoraggio precedente), così come è salita la percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti (dal 33% al 35%). È stabile al 47%, invece, la quota di casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi, mentre è diminuita leggermente la percentuale dei casi diagnosticati attraverso le attività di screening (da 20% a 18%).