La desertificazione del centro di Reggio non è ancora irreversibile, ma… (di Pietro Losi)

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Riceviamo e pubblichiamo in versione integrale questo intervento del cittadino reggiano Pietro Losi sul tema della cosiddetta “desertificazione” commerciale del centro storico.

 

Ho letto che Reggio Emilia è tra i dieci Comuni d’Italia con la più bassa densità commerciale e in effetti nel centro storico tutte le attività commerciali stanno chiudendo, resistono solo i franchising delle multinazionali, qualche eroe locale e qualche bar, molti dei quali gestiti benissimo da immigrati.

Pare che il Comune si sia reso conto del problema e voglia proporre accordi per le locazioni dei locali sfitti: “canoni calmierati e incentivi coordinati tra pubblico e privato… animazione urbana e accompagnamento all’avvio d’impresa… azioni per una logistica urbana sostenibile e integrata nei sistemi digitali; piattaforme di welfare territoriale che permettano alle imprese di erogare crediti spendibili nei negozi e servizi di prossimità; partenariati tra imprese del terziario di mercato e operatori immobiliari, per integrare nei nuovi interventi di rigenerazione urbana spazi destinati ai servizi di quartiere e alla vita comunitaria”, anche se fatico a comprendere di cosa si tratti in concreto.

I motivi di queste chiusure sono tantissimi, ma molti si potrebbero evitare o comunque risolvere (certo non quello delle vendite online, ma non è il problema principale).

I parcheggi – Tutti sono a conoscenza delle difficoltà nel trovare il parcheggio, soprattutto per chi viene da fuori e non ha il permesso per la Ztl, e dell’impossibilità di accedere senza permesso anche se si è in moto o in ciclomotore, cosa consentita anche nella Ztl di città maggiori come Bologna. Auspicando che la riqualificazione del parcheggio della Caserma Zucchi e del Parco del Popolo mantenga veramente, come promesso, il numero dei posti auto esistenti, visto che il loro aumento non è stato neppure preso in considerazione, parte del problema si potrebbe risolvere realizzando i parcheggi dove possibile.

Mi riferisco, ad esempio, al silos all’ex Caam in viale Montegrappa, di cui aveva parlato addirittura il dott. Luca Vecchi prima della rielezione a primo cittadino, o a Porta Castello nella zona fra piazzale Diaz e largo degli Alpini, oggetto di un recente intervento estetico che tra l’altro ha ridotto il numero dei parcheggi esistenti; per non parlare di piazza della Legna (XXIV Maggio), dove sono rimasti i contenitori interrati per la raccolta differenziata che, dopo l’accumulo dei rifiuti all’esterno, da anni non sono più operativi e ormai definitivamente chiusi con catene e lucchetti. Se si fosse fatto un parcheggio sotterraneo nella zona di Porta Castello è certo che il problema dei parcheggi sarebbe stato risolto.

I servizi – In realtà non è credibile che nessuno si sia reso conto di quale sia il problema più grosso e di come lo si debba affrontare. Se mancano i servizi in centro storico, come ad esempio l’Inps, il catasto, il tribunale e simili, non ci sono più neanche gli uffici dei professionisti che ne usufruiscono e dove si recherebbero le persone, sia lavoratori sia utenti, che fruirebbero quotidianamente delle attività commerciali in centro storico: utilizzerebbero i bar e i negozi nei pressi dei parcheggi, oltre che degli enti e degli uffici in questione. Le vicine città di Modena e Parma, che oltre ai parcheggi hanno questi enti e uffici in centro storico, hanno molti più negozi, bar e ristoranti rispetto a Reggio e il centro è sempre molto più vivace.

Il problema è iniziato alla fine degli anni Ottanta, quando è stato pianificato lo spostamento dei servizi dal centro della città alla zona del tribunale (uffici giudiziari e Inps), a quella di viale Regina Elena (Agenzia del territorio, già catasto e Conservatoria dei registri immobiliari) e a quella della Pappagnocca (Inail); senza considerare via Gramsci con la creazione dei mega centri commerciali Ariosto e I Petali del Giglio, dove si trasferirà a breve anche il Centro per l’impiego, da tempo mandato fuori dal centro cittadino, solo per citarne alcune.

Alla suddetta ipercementificazione autorizzata dal piano regolatore, che poteva essere giustificata solo in minima parte con la realizzazione di uffici per i professionisti (tra l’altro oggi in buona parte vuoti), è conseguito un vertiginoso aumento del traffico (ergo inquinamento) per passare dalla zona sud della città, dove abita la maggior parte dei cittadini, alla zona nord, dove ora si trova molto di quello che era in centro storico. Se a questo aggiungiamo che il processo non sta rallentando, visto che in via dei Gonzaga verso Sesso si sta creando il nuovo food district reggiano, è chiaro come la desertificazione della città possa solo aumentare. Il popolino viene rassicurato addossando le colpe a internet, Amazon e ai proprietari degli immobili commerciali che pretendono prezzi troppo alti, come se il Comune regalasse i suoi (tra l’altro in buona parte vuoti). Le iniziative sporadiche, soprattutto per i fine settimana, sono un palliativo per far vedere ai cittadini che se tutti si danno da fare il centro è vivace, ma non è così perché le bancarelle della Giareda, quelle di Natale e le altre non risolvono il problema in nessun modo: i negozi e le attività fisse continuano a morire.

Il tribunale – In primavera è stato reso noto che il nostro tribunale ha bisogno di altro spazio, visto che il capo della Procura presso il tribunale di Reggio Emilia (dr. Paci) in un’intervista pubblicata dai quotidiani locali in data 08/03/2025 aveva dichiarato che siccome servirebbe una nuova palazzina per la Procura, avendo la disponibilità di un terreno in zona, hanno “presentato al Ministero un progetto per la realizzazione di un nuovo edificio per disporre di spazi che oggi invece ci dobbiamo contendere”.

Non mi pare un’idea lungimirante realizzare un altro stabile in tribunale quando in centro storico ci sono tantissimi immobili vuoti che potrebbero ospitare, ad esempio, la sezione civile del tribunale, con le relative cancellerie, ovviamente dotandoli dei necessari e adeguati parcheggi, che potrebbero lasciare spazio alla Procura; basti pensare, tra gli altri, alle ex carceri, ex Opg, ex Banca d’Italia, ex palazzo Inps, palazzo della Casa del Mutilato, tutti vuoti da decenni – e solo per citarne alcuni.

La situazione non è ancora irreversibile e si spera che le autorità locali possano impegnarsi per risolverla come si deve.

Pietro Losi



Ci sono 12 commenti

Partecipa anche tu
  1. Fabrizio

    Fare parcheggio gratis in caserma Zucchi ? Difficile capirlo? Persino l’ospedale hanno messo a pagamento. VERGOGNA! Siamo stati amministrati malissimo per anni. Ora questi i risultati!

  2. Mario

    Basta andare in giro per l’Europa e si comprende che il cosiddetto problema dei parcheggi è una dimostrazione della incapacità tutta italiana di governare la mobilità individuale. Grandi città dove i cittadini non possiedono e non usano l’automobile è una realtà. Governare la mobilità significa investire su servizi pubblici e sulle piste ciclabili.

  3. Steve

    Mancavo da Reggio da qualche anno… e vedere un susseguirsi infinito di negozi sfitti sia a destra che a sinistra della Via Emilia, mi ha fatto veramente male al cuore. Una tristezza infinita ed una rabbia dentro per come sono andate le cose.
    Ci venivo a passeggio da piccolo con i nonni e da ragazzino mi piaceva passeggiare con gli amici e compagni di scuola o di pallacanestro.
    C’era vita vera e ricordo ancora quando al Sabato sera tra amici ci dicevamo.. “andiamo a fare una vasca in centro”.
    Mi fermavo a comprare qualche disco in vinile, qualche CD, un maglioncino, una pizzetta, andavi al cinema… c’era intrattenimento vero… parlavi con la gente, incontravi l’amore… c’era vita vera!
    Ora vedere quel deserto mi mette solo tanta tristezza.. e tanta rabbia per come sono andate le cose nel tempo, per come le hanno amministrate e gestite i nostri “potenti”, che prenderei volentieri a sberle uno ad uno, da pari a pari, ormai diventato grande.
    Mio padre, ora in pensione, aveva un’attività poco fuori dal centro; tutto ha avuto inizio con la chiusura di diversi cinema in pieno centro e la costruzione di grandi centri commerciali. Come funghi spuntavano ovunque e hanno portato via fin da subito una buona fetta di clientela ai piccoli commercianti, poi l’arrivo degli smartphone… poi l’e-commerce, E-Bay in primis.. poi Amazon.. AliExpress, Temu… ecc.. ecc.. e le nuove generazioni (anni 90 in su) si sono abituate a questa estrema velocità e comodità di certi servizi, oltre che a prezzi più bassi e competitivi.
    Radunare più scelta di ogni bene e servizio in un’unico spazio, con tanto di grande parcheggio, il tutto senza spendere tanto in benzina, in spostamenti, stando al calduccio d’inverno e al fresco d’estate.
    Siamo diventati una generazione malata dalla troppa tecnologia, dalla troppa comodità.
    Sarà una storia senza fine e la rovina di tutto il centro storico, se i negozi a loro volta non si evolveranno anche loro per stare al passo coi tempi che corrono.. anzi, scappano.
    Un consiglio? Eventi, giornate di ritrovo con sconti o esperienze sensoriali ed emotive che riaccendano nella gente quella voglia di restare… e tornare. Prendere spunto da altre grandi città blasonate, come ad esempio a New York (paragone un po’ ostentato, ma per rendere l’idea), dove la gente viene coinvolta attivamente e invitata ad eventi e luoghi per incontri con sconosciuti o celebrità in libreria o nei negozi, con artisti e musicisti, serate a tema con la partecipazione di più attività commerciali in un’unico luogo… e via via, alternanza. Servizi su misura, più attenzione al cliente… quelle cose che un mero e-commerce o centro commerciale, non può fornire allo stesso modo.

  4. Savio Salsi

    Negli anni 70 80e90 potevi andare tranquillamente in centro x cinema scopping o solo x listonare ora con tutte le regole di traffico e pure con le bande di extracomunitari è diventato terreno minato e non vado più preferisco i centri dei paesi di provincia accessibili .meno cari e più sicuri

  5. Massimo

    Per il problema parcheggio la soluzione è davvero molto semplice, il costo del parcheggio in caserma Zucchi è troppo alto e il parcheggio per questo è mezzo vuoto. La conseguenza è che bisogna parcheggiare più lontano.

    Per me il vero problema invece è il numero molto elevato di brutti ceffi che sono diventati padroni del centro. A qualsiasi ora una donna ha paura a passeggiare da sola, figurati se ha voglia di andare per negozi. Qualche ronda in più delle forze dell’ordine di sicuro aiuterebbe a goderci di più il nostro centro storico

  6. Antonio Vezzani

    La rassegnazione passiva dei reggiani sulle sorti della propria città fa davvero male, ci si indigna di più per un mancato acquisto della Reggiana che per un degrado senza fine della città in cui si vive

  7. Cruz

    Città come Ferrara hanno creato un grande parcheggio gratuito attaccato al centro storico (parcheggio ex-MOF) per permettere di raggiungere il centro in un attimo.
    Chissà se anche la ex-caserma Zucchi sarà gratuita (togliendo così anche il gruppo di extracomunitari che ti aspettano alle macchinette per pagare la sosta).
    Tranquilli che non rimarrebbero senza lavoro, si sposterebbero semplicemente al parcheggio dell’ospedale.

  8. paolo

    L’ananalisi relativa allo spostamento dei servizi dal centro storico alla periferia e alle conseguenze creatisi è giusta…ma non è la causa relativa alla crisi del commercio in centro… quella è dovuta principalmente alle vendite online che oltre a chiudere le botteghe del centro chiuderanno a breve anche i centri commerciali depauperando contemporaneamente l’economia locale.
    Infatti i soldi finiscono dall’altra parte del mondo perlo più esentasse o cmq tassati in minima parte quando al contrario un’economia del genere richiederebbe una tassazione enormemente più alta per ammortizzare il fatto che i ricavi non vengono reinvestiti nel territorio.
    Ma queste sono scelte che potrebbe fare solo una politica con i maroni , che non esiste più da tempo, e non sto parlando della politica locale, tantomeno di destra o sinistra che hanno fatto a gara a utilizzare il “ce lo xhiede l’Europa” , europa che non conta più una mazza e ha gli anni contati.


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