La bandiera svenduta

Marco Massari sindaco di Reggio Sala del tricolore

Il sindaco Marco Massari ha deciso: il massimo riconoscimento della città, la bandiera del Primo Tricolore, sarà consegnato a Francesca Albanese. Una scelta che non è solo discutibile: è uno scivolone politico e culturale, una deriva estremista che porta Reggio Emilia su un terreno incerto e inopportuno.

Albanese non è figura neutrale né di alto profilo istituzionale: è intellettuale controversa, sospinta dalla sinistra radicale, nota per posizioni che non si fermano alla critica del governo israeliano ma che lambiscono l’antisemitismo e strizzano l’occhio a Hamas. Massari, legando la città e il suo simbolo più nobile a un’operazione che ha il sapore della promozione editoriale, si fa sponsor di un libro, non garante di una comunità.

Il problema è che questo sindaco non sembra avere colto la differenza tra amministrare una città e inseguire un protagonismo politico che resta provinciale e velleitario. Eletto da un reggiano su tre, Massari si muove come se avesse ricevuto un mandato costituente, mentre la città è segnata da problemi concreti e urgenti – dal degrado urbano alla crisi sociale, dal peso dei servizi al bisogno di sicurezza. Problemi che si aggravano, e che non si risolvono con bandiere rosse, celebrazioni a effetto e chiacchiere al vento.

Il Primo Tricolore è un simbolo serio, un’eredità che appartiene a tutti. Usarlo come passerella ideologica è un atto di leggerezza istituzionale che rasenta l’offesa per i cittadini, che hanno altro da fare che assistere a teatrini politici e omaggi fuori scala.

Massari, ancora una volta, conferma l’inadeguatezza al ruolo: più intento a inseguire gesti smodati che a governare una città in difficoltà. Reggio meriterebbe sobrietà, concretezza, visione amministrativa. Invece si ritrova con un sindaco che consuma tempo ed energie per iniziative inutili, che dividono invece di unire e che impoveriscono invece di arricchire. Il Primo Tricolore, simbolo dell’unità nazionale, non è una bandierina da sventolare per promuovere libri e ideologie.




Ci sono 12 commenti

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  1. Maria Giuseppina

    Un gesto inadeguato, il direttore dice cose molto sagge. Non ho nulla contro Massari ma certe azioni prima di essere fatte andrebbero ponderate.

  2. Davide Vasconi

    Faccio sommessamente presente che Albanese è funzionaria portavoce ONU. Non viene dai centri sociali. Chi chiede a gran voce se degna di ricevere il nostro drappo primotricolore rifletta sulla qualità della propria vita e della sua realizzazione personale

  3. Uno

    Non credo ci si debba stupire di questa decisione che pure io, per quanto ciò sia irrilevante, sommessamente non condivido.
    Ma l’articolo giustamente ci invita ad andare dal singolo caso al tema generale, perché altrimenti rischieremmo di non vedere la foresta per colpa dei suoi singoli alberi, scriveva un tempo quel tale.
    Nei loro anni d’oro, quando cioè la Casa Madre sovietica pareva una realtà inossidabile, furono decisi gemellaggi della nostra città con centri oltre cortina, desumo perché là i picisti ritenessero vi fosse da imparare qualcosa in termini di progresso e di democrazia.
    Dico picisti e non comunisti perché comunisti è un termine generico e più ampio, ma allora essere comunisti significava, per necessaria sineddoche, essere del pici, dunque picisti.
    I picisti al fine han mutato il nome in democratici, crollata la loro ragion d’essere, come se a fronte del venir meno della sostanza, il cambiamento del nome risolvesse il problema di una mutata realtà e di assenza di contenuti.
    Come un negozio in franchising che pretendesse di sopravvivere al venir meno del suo fornitore unico semplicemente cambiando l’insegna.
    Venuta meno la sostanza è rimasta la sola forma, priva dunque di contenuto e ciò anzitutto determina quella eccezionale debolezza ed afasia che possiamo constatare quotidianamente.
    Quel che vediamo, a livello locale e nazionale dimostra impietosamente quanto scriveva quel tale di cui sopra, uno un tempo lo si studiava nelle scuole di quel partito: “da ciò di cui si accontentano, si comprende quanto è grande ciò che hanno perduto”

  4. Orbàn Mila

    Avverto un eccessivo livore nei confronti del sindaco; sospetto che ci sia sotto qualcosa.
    Questa testata era altrettanto astiosa ai tempi in cui il lemure e il suo zoo di citrulli regalava perle tipo Silk Faw, STU Reggiane o il Mercato Coperto?

  5. mario bicciochi

    Caro sindaco non ho parole per per esprimere il mio dissenso , consegnare il Tricolore alla Dott.sa Albanese , Vorrei capire cosa ha fatto questa persona per meritarsi questo non rappresenta la maggioranza dell popolo Italiano … anzi !!!!!!!!

  6. Salvatore Occhiuto

    Grande Massari !!! il migliore sindaco della storia reggiana che dopo avere detto NO ai poteri forti, si schiera con il popolo palestinese. #alwaysFreePalestine

    P.s. bandiera svenduta o stampa in vendita? ai posteri l’ardua sentenza…

    • Brenno

      Diciamo che ormai il tricolore negli ultimi anni è stato donato a tutti…. Sembra come quando anni fa agli ospiti si donava il parmigiano-reggiano e una bottiglia di Lambrusco.
      Che poi l’attuale sindaco e molti in giunta e consiglio comunale, ma poniamo le domande a chi l’ha e li ha voluti e imposto e ora si nasconde, sia inadeguato è palese. Vedi come stanno gestendo caso Inalca e degrado cittadino.

  7. Kursk

    Propongo di fare uno scambio alla pari: spediamo la nostra Giunta comunale a Gaza
    (cosi’ la piantano di fare i fenomeni con il c…degli altri) e noi ci prendiamo Hamas a guidare la striscia di Peggio Emilia. Non possono fare piu’ danni, e’ impossibile.


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