La Cgil ha proclamato per la giornata di venerdì 3 ottobre uno sciopero generale nazionale di otto ore di tutti i settori pubblici e privati “in difesa della Flotilla, dei valori costituzionali e per Gaza”, dopo che tra la serata di mercoledì primo ottobre e la mattina di giovedì 2 ottobre la Marina militare israeliana ha intercettato e fermato tutte le imbarcazioni della Global Sumud Flotilla in navigazione verso la Striscia di Gaza, quando queste si trovavano ancora in acque internazionali, abbordandole e arrestando le centinaia di attivisti e attiviste a bordo.
Ma, mentre aumentano di ora in ora le adesioni allo sciopero, c’è anche chi critica duramente questa mobilitazione. È il caso di Maura Manghi, presidente provinciale di Italia Viva Reggio Emilia e vicepresidente regionale di Italia Viva Emilia-Romagna: “La responsabilità penale è sempre personale, come è personale, con qualche limite, la responsabilità politica. Le sanzioni che l’Europa ha stabilito contro la Russia rispettano questi parametri: colpiscono gli asset strategici del Paese, gli oligarchi che sostengono il governo e la guerra, le aziende con ricadute belliche. Non hanno ad esempio portato all’interruzione delle collaborazioni scientifiche come i lanci per la Stazione spaziale internazionale”.
“Allo stesso modo – ha proseguito Manghi – credo che, pur essendo critici verso le politiche del governo israeliano ben prima del 7 ottobre, sia profondamente sbagliato invocare boicottaggi sulle industrie farmaceutiche o sui programmi educativi. Sbagliato e controproducente. Ritengo inoltre sbagliato e controproducente uno sciopero generale motivato non tanto da una sincera preoccupazione per la popolazione di Gaza, ma per la fine prevedibile e prevista di un’operazione che, a detta degli stessi organizzatori, aveva un fine prevalentemente propagandistico”.
Secondo la presidente provinciale reggiana di Italia Viva “ci sono tanti motivi per mobilitazioni sindacali, dalla piaga degli incidenti sul lavoro agli stipendi inadeguati sopratutto per i giovani, all’impossibilità di far ripartire l’ascensore sociale. Un sindacato che si interessi veramente alla condizione e al futuro dei lavoratori non dovrebbe utilizzare l’arma più forte che ha, lo sciopero generale, per pura e semplice propaganda politica. Soprattutto quando la diplomazia sta aprendo per la prima volta veri spiragli di pace”.







Ma in Italia Viva sono abbastanza numerosi per poter fare una briscola?