“C’è amianto dappertutto: ve l’avevamo detto”. Comincia così la nota del Comitato Amianto Zero, dopo che il Comune di Reggio – a tre mesi dal devastante incendio divampato nella notte tra il 10 e l’11 febbraio scorsi nell’area del polo industriale di via Due Canali a Reggio, che ha interessato tra le altre cose lo stabilimento per la lavorazione di carni fresche della ditta Inalca (gruppo Cremonini) – ha emesso un’ordinanza per chiudere per cinque giorni (da martedì 13 a sabato 17 maggio) il parco della Resistenza e il relativo tratto di ciclabile che lo attraversa, per consentire una nuova sessione di bonifica del parco dopo il ritrovamento di “alcuni frammenti residuali” relativi proprio all’incendio di febbraio.
“Da subito – ha ricordato il Comitato – ci siamo allarmati perché la raccolta dei residui, compresi quelli classificati come pericolosi, contenenti amianto, era stata condotta in modo sommario e con metodi discutibili, tanto da suscitare l’allerta dell’Osservatorio nazionale amianto, contrariato e preoccupato dalle indicazioni contenute nelle comunicazioni municipali e dalla distribuzione del kit fai-da-te, con il quale i cittadini avrebbero dovuto provvedere in piena autonomia, e a proprio rischio e pericolo, alla rimozione dell’amianto”.
“Ve l’avevamo detto che le ditte cooperative, che solitamente eseguono operazioni di pulizia ordinaria, hanno utilizzato potentissimi soffiatori che hanno sollevato polveri, ansia e legittime preoccupazioni tra i cittadini. Saremo ripetitivi, ma ve l’avevamo detto che quella raccolta a mano e sommaria dell’amianto, chiamata erroneamente bonifica, non era per niente risolutiva: lo testimoniano le nuove chiusure, ma anche le tante segnalazioni ricevute dai residenti, in particolare dal quartiere San Prospero Strinati e da chi abita nel condominio di via Ferravilla 10; dove, nonostante ben quattro passaggi di pulizia, è ancora troppo facile trovare frammenti di cemento-amianto nel verde pubblico”.
“Le nostre richieste di confronto con l’amministrazione comunale non hanno mai ricevuto risposta”, ha denunciato il Comitato Amianto Zero, “ma le comunicazioni alla cittadinanza sulla ‘situazione sotto controllo’ fioccavano di giorno in giorno, e centinaia di persone hanno continuato a frequentare aree che oggi tornano a essere interdette per presunti problemi sanitari derivati dall’amianto disperso in quei luoghi. Ve l’avevamo detto che avete cantato vittoria troppo presto: oggi i fatti parlano chiaro”.
“Per noi del Comitato Amianto Zero sarebbe fin troppo facile dire ‘Avevamo ragione’, anche se i fatti lo dimostrano. Ma sarebbe troppo banale: non ci interessa il merito personale; percepiamo, invece, una sconfitta collettiva. A perderci è stata la città, la salute dei cittadini, la fiducia nelle istituzioni. Ci permettiamo di notare che un confronto più ampio, onesto e trasparente, anche con comitati indipendenti come il nostro, avrebbe forse aiutato a prevenire ritardi, sottovalutazioni e chiusure a ripetizione. Non ci hanno mai convinto certi personaggi privi di scrupoli, sempre ossequiosi verso il sindaco e quella giunta che cantava vittoria dopo una settimana dal disastro più grave degli ultimi cinquant’anni a Reggio”.







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