In Italia l’indice Rt scende a quota 1,1: sono 18 le regioni a rischio moderato

colori covid Italia

La nuova riunione agostana della cabina di regia tra Ministero della salute, Istituto superiore di sanità e Regioni ha certificato una discesa (la terza consecutiva) dell’indice Rt relativo all’epidemia di nuovo coronavirus in Italia: il valore dell’indice di trasmissibilità dell’infezione da virus Sars-Cov-2, infatti, dopo essere arrivato la scorsa settimana a quota 1,27 è ulteriormente calato anche nei giorni successivi, attestandosi ora a quota 1,1 e confermando una tendenza al ribasso in atto già da inizio agosto.

Per quanto riguarda il quadro delle regioni e delle province autonome, 18 di queste sono attualmente classificate a rischio moderato, mentre le altre tre – Lombardia, Veneto e Lazio – sono classificate a rischio basso.

Anche nell’ultima settimana presa in considerazione nessuna regione o provincia autonoma ha superato la soglia critica di occupazione dei posti letto in terapia intensiva o in area medica. Il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva, tuttavia, è risultato complessivamente in aumento al 4,9%, con il numero di persone ricoverate passate dalle 322 del 10 agosto scorso alle 423 del 17 agosto.

Il tasso di occupazione dei posti letto in area medica, invece, è salito al 6,2% a livello nazionale. Il numero di persone ricoverate in queste aree è aumentato da 2.880 (dato del 10 agosto) a 3.472 (dato del 17 agosto). Dodici regioni o province autonome riportano allerte di resilienza, anche se nessun territorio riporta molteplici allerte.

È rimasto stabile, nell’ultima settimana analizzata, il numero di nuovi casi di positività al virus Sars-CoV-2 non associati a catene di trasmissione (sono 15.021, contro i 15.026 della settimana precedente). È aumentata leggermente, invece, la percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti (33%, contro il 32% della settimana precedente), mentre è in diminuzione la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa di sintomi (46%, contro il 47% della settimana precedente). Il 21% dei nuovi contagi, invece, è stato diagnosticato attraverso attività di screening.

Per quanto riguarda la circolazione della variante delta, secondo il report settimanale di monitoraggio “è ormai largamente prevalente in Italia. Questa variante è dominante nell’Unione Europea ed è associata a un aumento nel numero di nuovi casi di infezione anche in altri paesi con alta copertura vaccinale”. Per la cabina di regia “una più elevata copertura vaccinale e il completamento dei cicli di vaccinazione rappresentano gli strumenti principali per prevenire ulteriori recrudescenze di episodi di aumentata circolazione del virus sostenuta da varianti emergenti con maggiore trasmissibilità”. È inoltre “opportuno realizzare un capillare tracciamento e contenimento dei casi, mantenere elevata l’attenzione e applicare e rispettare misure e comportamenti per limitare l’ulteriore aumento della circolazione virale”.