In Italia l’indice Rt scende a quota 0.63

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La nuova riunione della cabina di regia tra Ministero della salute, Istituto superiore di sanità e Regioni ha certificato un calo dell’indice Rt in Italia relativo alla pandemia di nuovo coronavirus: nel periodo compreso tra il 9 e il 22 giugno, infatti, l’indice di trasmissibilità dell’infezione è sceso a quota 0.63 (range 0.61–0.71), rispetto allo 0.69 della settimana precedente.

Un dato positivo che conferma una situazione di epidemia in regressione (come avviene quando Rt è inferiore a 1), come suggerito peraltro anche dall’ulteriore diminuzione dell’incidenza, uno dei valori chiave per le decisioni sulle misure restrittive da adottare: quest’ultima è scesa a quota 9 nuovi casi di positività ogni 100mila abitanti nella settimana tra il 21 e il 27 giugno, rispetto ai circa 12 casi ogni 100mila abitanti della settimana precedente.

Nel periodo preso in considerazione nessuna Regione o Provincia autonoma ha superato la soglia critica di occupazione dei posti letto in terapia intensiva o in area medica. Il tasso di occupazione in terapia intensiva in Italia è complessivamente al 3%, ben al di sotto della soglia critica, con una diminuzione del numero di persone ricoverate: dalle 362 del 22 giugno scorso alle 240 del 29 giugno; anche il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale è sceso ulteriormente, raggiungendo quota 3%: il numero di persone ricoverate in queste aree è passato dalle 2.289 del 22 giugno scorso alle 1.676 del 29 giugno. Tutte le Regioni e le Province autonome sono classificate a rischio basso, secondo il dm del 30 aprile 2020, e hanno un Rt compatibile con uno scenario di tipo uno.

Nonostante le buone notizie, resta alta l’attenzione sui casi di infezione da virus Sars-CoV-2 derivanti dalla diffusione delle varianti delta/kappa, che risultano in rapido aumento anche in Italia. La maggior parte di questi casi, come  si legge nella bozza del monitoraggio settimanale prosegue, è attribuibile a focolai circoscritti riportati in varie parti del paese.

Poiché in particolare la variante delta sta portando a un aumento dei casi anche in paesi con alta copertura vaccinale, secondo Ministero della salute e Istituto superiore di sanità “è opportuno realizzare un capillare tracciamento e sequenziamento dei casi“. Per prevenire ulteriori recrudescenze di episodi di aumentata circolazione del virus, sostenute da varianti emergenti con maggior trasmissibilità, per gli esperti è dunque necessario raggiungere “un’elevata copertura vaccinale e il completamento dei cicli di vaccinazione“.