In Emilia-Romagna sono iniziate le cosiddette “vaccinazioni eterologhe” contro il nuovo coronavirus, ovvero quelle che prevedono per la seconda dose del ciclo vaccinale di una persona un vaccino diverso (a Rna messaggero, dunque Pfizer o Moderna) rispetto a quello somministrato come prima dose (AstraZeneca). La Regione, infatti, ha deciso di attenersi scrupolosamente alle indicazioni arrivate dal governo e già dalla giornata di lunedì 14 giugno ha cominciato ad adeguarsi alle nuove raccomandazioni.
Il “mix” di vaccini si è reso necessario dopo che il Comitato tecnico-scientifico ha fermato per precauzione la somministrazione dei vaccini a vettore virale (AstraZeneca e Johnson&Johnson) alle persone con meno di 60 anni.
Al momento della decisione del Cts, tuttavia, erano già decine di migliaia le persone under 60 che nelle scorse settimane e nei mesi scorsi avevano ricevuto la prima dose del vaccino della multinazionale biofarmaceutica anglo-svedese, circostanza che ha costretto quindi a ricorrere alla soluzione della “vaccinaziona eterologa”, con vaccini diversi tra prima e seconda dose. Questione che non si pone, invece, per il vaccino di Johnson&Johnson, che è monodose.
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