Imola. Sangiorgi: mi dimetto, M5s è morto

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“Il M5s non esiste più. Il M5s è morto ed è morto quando è morto Gianroberto Casaleggio. Abbiamo visto appropriarsi di ruoli apicali da parte di persone senza arte né parte, perdere sei milioni di voti in un anno e fare finta di niente”. Lo ha detto, in un’intervista all’emittente E’-Tv, Manuela Sangiorgi, sindaca di Imola che formalizzerà in consiglio comunale le dimissioni annunciate ieri sera, dopo poco più di un anno di governo della città.

“Io mi aspettavo un appoggio dal M5s nazionale, mi aspettavo fosse un salotto dei big, perché siamo il terzo comune più grande amministrato dal movimento. Poi, quando sono andata a chiedere aiuto su questioni importanti, ho avuto risposte imbarazzanti. C’è stato un muro e in buona parte ha contribuito Massimo Bugani. Io per 15 mesi sono stato un sindaco commissariato, quando venivo in Comune era come entrare nella foresta dei pugnali volanti. Da una parte il M5s ha suscitato voglia di mettersi in gioco, ma dall’altra non è vero che tutti possono fare politica”.

L’annuncio: mi dimetto da sindaco. Doveva essere l’occasione per fare il punto sulle attività svolte dalla sua Giunta nei primi 15 mesi di governo, invece, in Piazza Matteotti, a Imola, il sindaco della città romagnola, Manuela Sangiorgi, esponente del Movimento 5 Stelle ha annunciato, in Consiglio comunale, che rassegnerà le sue dimissioni da prima cittadina.

Davanti agli imolesi, a quanto si è appreso, Sangiorgi ha detto di non sentirsi più parte del Movimento 5 Stelle – con cui aveva vinto le elezioni nel giugno del 2018 al ballottaggio strappando il 55,4% dei voti – e che non ci sarebbero più le condizioni politiche per andare avanti.

Il successo di Sangiorgi aveva segnato una sconfitta particolarmente simbolica per il centrosinistra dell’Emilia-Romagna perché Imola era sempre stata considerata un feudo inespugnabile, sia per il fortissimo radicamento del partito, sia per la presenza di moltissime grandi cooperative che per anni sono state una forma di finanziamento e di creazione di consenso per lo stesso centrosinistra.
Nel corso dei 15 mesi alla guida della città, piuttosto travagliati, Sangiorgi ha visto uscire di scena, per dimissioni o revoca dell’incarico, cinque assessori della sua compagine: Massimiliano Minorchio, Ezio Roi, Ina Dhimgjini, Maurizio Lelli e Rosa Lucente.