Il Terzo polo è già morto, volano gli stracci tra Calenda e Renzi

renzi_calenda

Il partito unico del Terzo polo (che poi sarebbe il quarto, ed anche per ampio distacco, dopo centrodestra, Pd e Movimento 5 stelle) è morto prima ancora di nascere. Dopo un paio di giorni di fibrillazione – tra scambi di accuse, dichiarazioni pseudoconcilianti ed anche qualche insulto – il decesso è stato comunicato ufficialmente questa mattina da uno dei due promessi sposi, Carlo Calenda. Lasciando il Senato dopo aver votato gli emendamenti alla legge di conversione del decreto Pnr, il leader di Azione ha infatti detto ai giornalisti che il progetto di partito unico con Italia Viva “è definitivamente morto: andremo avanti con due partiti e, se ricomporremo il clima, ci alleeremo dove sarà possibile”. Saltata anche la riunione del “comitato politico” che alle 17 avrebbe dovuto definire la strada verso il partito unico: “Non c’è il clima giusto”.

Tra i giornalisti fuori dal Senato anche l’inviato di Striscia la notizia Enrico Lucci, a cui Calenda ha ribadito che il partito unico non si farà  “perché Renzi non lo vuole fare. Vuole tenersi soldi e partito di Italia viva e non si possono far nascere da due partiti tre partiti: diventa ridicolo”. Dopo il “questa volta lo #staisereno non ha funzionato” twittato questa mattina in risposta al retroscena pubblicato dalla Stampa (“Calenda è pazzo, ha sbagliato il dosaggio delle pilloline” avrebbe detto Renzi ai suoi), Calenda ha poi lanciato una nuova frecciata al leader di Italia Viva:  “Non ci ho parlato, perché lui parla solo con Obama e Clinton“.

L’addio alla fusione viene definito “unilaterale” da Italia Viva, che in una nota afferma: “Pensiamo che sia un clamoroso autogol ma rispettiamo le decisioni. Gli argomenti utilizzati appaiono alibi. Italia viva è pronta a sciogliersi come Azione il 30 ottobre, dopo un congresso libero e democratico. Sulle risorse Italia viva ha trasferito fino ad oggi quasi un milione e mezzo di euro al team pubblicitario di Carlo Calenda ed è pronta a concorrere per la metà delle spese necessarie alla fase congressuale e a trasferire le risorse dal momento della nascita del partito unico. Leopolda, Riformista, retroscena, veline, presunti conflitti di interesse sono solo tentativi di alimentare una polemica cui non daremo seguito. La costruzione di una proposta alternativa a populisti e sovranisti è da oggi più difficile ma più urgente. Nei prossimi mesi noi rispetteremo gli amici di Azione cercando ogni forma di collaborazione senza rispondere alle polemiche di alcuni dei loro dirigenti”.