Azione e Italia Viva ai ferri corti. “Inaccettabili i tatticismi di Renzi”

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E’ guerra tra i piccoli. Azione e Italia Viva – il cosiddetto terzo polo ben lontano, anche negli ultimi sondaggi, dall’arrivare al 10% e uscito con le ossa rotte dalle recenti elezioni regionali  in Friuli Venezia-Giulia – sarebbero ai ferri corti in vista dell’annunciata fusione. Almeno secondo l’agenzia Ansa a cui un alto dirigente di Azione, commentando i retroscena apparsi sui giornali in questi giorni, ha definito “inaccettabili i tatticismi durati mesi dell’ex premier”. “L’unico problema dirimente oggi per la costruzione del partito unico dei liberal-democratici è che Renzi non vuole prendere l’impegno a sciogliere Italia Viva e a finanziare il nuovo soggetto e le campagne elettorali”, avrebbe detto.

“La pazienza del gruppo dirigente di Azione si è esaurita. In settimana – riferisce ancora l’Ansa – si capirà se questo nodo si potrà sciogliere. Se così non sarà il partito unico non potrà nascere”. “Matteo Renzi – sottolinea la stessa fonte – ha sostituito a sorpresa Rosato alla guida del partito, per controllarne direttamente i soldi e la struttura. In questo modo ha delegittimato anche il comitato politico della federazione del Terzo Polo dove oggi non siede nessun rappresentante di IV in grado di prendere impegni. Calenda ritiene inaccettabile questo atteggiamento in quanto contrario agli impegni presi con gli elettori. Dopo mesi di tatticismi da parte di Renzi sul partito unico e le sue assenze dalle attività del Terzo Polo per occuparsi di affari privati, a cui da ultimo si è aggiunto Il Riformista, la pazienza del gruppo dirigente di Azione si è esaurita. In settimana – conclude la fonte – si capirà se questo nodo si potrà sciogliere. Se così non sarà il partito unico non potrà nascere”.

La replica di Italia Viva al momento è affidata ai portavoce nazionali Alessia Cappello e Ciro Buonajuto: “Non c’è nessun tatticismo di Italia Viva. Abbiamo deciso di fare un congresso democratico in cui ci si confronti a viso aperto e non con le veline anonime – dicono in una nota – Ci sono le date già fissate, ci sono le regole decise da Calenda comprese quelle sul tesseramento, ci sono i gruppi di lavoro con i nomi già decisi, c’è il comitato politico. Noi siamo pronti al congresso che Calenda ha chiesto di fare. E ci mettiamo nome e cognome. C’è qualcuno che cambia idea una volta al giorno, ma quel qualcuno non siamo noi”.