Un comunicato della Conferenza delle Donne e del Segretario del Partito Democratico di Modena: “Assistiamo, sempre più allibite e preoccupate, a un continuo attacco alla libertà delle donne e al loro diritto di non essere soggette ad atti violenti. Quanto dichiarato dal conduttore del programma Mediaset Andrea Giambruno necessita di una chiara presa di posizione della Rete televisiva per riaffermare che lo stupro è un reato contro la persona e che nessuna condizione psico-fisica della donna può portare a giustificare un tale crimine, a differenza di quanto affermato dal giornalista.
Ricordiamo peraltro che l’abuso operato su persone in stato psico-fisico alterato configura una fattispecie aggravante del reato.
Rivolgere inviti alla “prudenza” alle vittime di stupro significa non già solidarizzare con loro, ma suggerire una sorta di concorso di colpa, come a indicare che “se non avessero messo in atto quel determinato tipo di comportamento, allora non sarebbero incorse in violenza”: un punto di vista inaccettabile, sconfessato da decenni di lotte per un Paese più civile.
Che a pronunciare un’affermazione del genere sia un giornalista, invece che una persona qualunque che si permette una stupidaggine è, se possibile, ancora più grave, perché chi svolge tale professione ha una responsabilità in più, dato che le sue parole possono orientare il punto di vista e diventare riferimento per molti.
Una vecchia storia, quella della vittimizzazione secondaria, che speravamo davvero di esserci lasciate alle spalle.
Lo stupro è un problema esclusivo degli uomini, una piaga culturale, sarà bene che anche la destra lo comprenda fino in fondo, senza se e senza ma, senza attenuanti, giustificazioni o suggerimenti alle vittime sul tipo di vita che conducono o gli atteggiamenti che assumono: questa battaglia non si combatte tramite la colpevolizzazione delle vittime, non si combatte regolando il corpo, gli usi e le vesti delle donne. Non si combatte insegnando le donne a proteggersi dalla violenza: si combatte educando gli uomini a non stuprare, si combatte educando al consenso, si combatte educando al rispetto dell’altrui persona.
Da diversi anni, per tutto il mondo, è installata una mostra celebre, dal titolo “Com’eri vestita?”, che mostra gli abiti delle donne vittime di violenza carnale, e lo fa per dimostrare che a subirla sono persone di ogni età, vestite in qualsiasi maniera, che siano sobrie o meno, qualsiasi sia la strada che percorrono, le abitudini che assumono, la prudenza che hanno.
L’idea che una donna debba evitare di bere per non incorrere in stupro è, da qualsiasi punto di vista la si guardi, una frase indegna.
Che bevano o meno, che indossino un vestito rispetto a un altro, che siano sole o insieme, che vadano in discoteca, a teatro o che stiano a casa, la colpa della violenza è sempre e soltanto di un unico soggetto: lo stupratore.
Troviamo triste e preoccupante, nel 2023, dovere ribadire un concetto talmente ovvio”.







Per non essere frainteso, preciso: lo stupro è un reato ed un atto moralmente riprovevole comunque. Nel caso in oggetto, se la vittima era psichicamente alterata dall’assunzione eccessiva di alcool, il reato grave di stupro si aggrava con il reato di abuso fisico e psichico su persona non in grado di difendersi. L’essere in un branco che stupra, poi, è un’ulteriore aggravante.
Sono stato uno psichiatra psicoterapeuta con parecchie specializzazioni in psicotraumatologia. Ho dunque avuto modo di conoscere, in qualità di pazienti, molte donne vittime di violenza e di stupro. Ho fatto del mio meglio per rendere la loro vita (specialmente il loro sonno) meno angosciante di quanto non lo fosse prima del nostro incontro. Con gli strumenti tecnici in mio possesso, ma soprattutto con una buona dose di empatia, mi è stata data la possibilità di aiutare molte.
Però, francamente, al momento di lasciarci, facevo loro delle raccomandazioni come quelle espresse da Giambruno, che tuttora mi sembrano dettate solo dal buon senso. Preciso di appartenere ad un”area politica che si trova all’estremo.opposto a quella dove penso si collochi Giambruno…e ricordo che le vittime (sono anche un criminologo) molto spesso, non sempre, e quasi sempre a loro insaputa “richiamano” l’aggressore…. perché negare queste evidenze?