Il giusto approccio con il cane

istruttore cinofilo cane

Siamo tutti allenatori ed esperti in comportamento animale. Mi capita spesso di imbattermi, per strada o nelle aree di sgambamento per cani, in persone che senza la minima conoscenza scientifica si arrogano il diritto di sostenere tesi fantasiose sul comportamento e sulla comunicazione animale.

Presuntuosamente pensano che possedere o aver posseduto un cane o un gatto siano fattori sufficienti per essere degli esperti, e pertanto sciorinano consigli su come agire e cosa fare in determinati contesti che potrebbero anche rivelarsi pericolosi.

Nel corso degli ultimi decenni i cani si sono adattati a un ambiente che è molto più distante da quello del suo antenato lupo, passando dal cane di campagna al cane di città, quello che noi oggi chiamiamo cane urbano. Mentre sono stati necessari millenni per la domesticazione del lupo a cane da compagnia, solo pochi decenni hanno trasformato il cane di campagna al quattro zampe che vive in grossi condomini in centro città.

Questa forzatura adattativa, ossia la capacità di convivere in situazioni molte diverse da quelle naturali, deve essere necessariamente accompagnata da una maggiore conoscenza del repertorio comportamentale del cane, da una maggiore conoscenza delle sue esigenze e del suo metodo di comunicazione, che sono completamente differenti dal nostro.

I cani sono animali sociali, con differenze a seconda della razza di appartenenza, delle loro esperienze durante il periodo di svezzamento e durante il periodo evolutivo, che nel cane dura solo qualche mese, e se mal gestito potrebbe compromettere seriamente l’adattamento e il futuro comportamento sociale.

Capita spesso di imbattermi con proprietari che dicono la fatidica frase: “Gliel’ho spiegato in tutti i modi, ma lui niente, non capiva, allora ho preso la scopa…”, oppure “Gli ho dato un bel calcio nel sedere e ha capito subito”. Niente di più errato. La comunicazione con il cane deve essere coerente, poco verbale e puntare molto sul linguaggio del corpo e assolutamente senza punizioni positive.

Spesso la punizione compromette la relazione con il nostro cane: se otteniamo successo spaventando il nostro animale impartendo punizioni non abbiamo capito nulla. Noi dobbiamo rappresentare la loro base sicura: quando sono vicini a noi devono essere tranquilli, sereni e fiduciosi e non devono aver paura.

I cani sono molto empatici, riescono ad avvertire le nostre emozioni: se noi ci agitiamo, urliamo e ci innervosiamo trasmettiamo inevitabilmente questa tensione anche a loro. La prima regola per avere un cane calmo è essere calmo. Difficilmente, nella mia lunga esperienza, ho visto proprietari nervosi o ansiosi, con voci squillanti e grandi parlatori con cani calmi, ma spesso i cani ricalcano esattamente lo stile comportamentale del proprietario.

Un’altra regola importante da tenere a mente è che i cani hanno una bolla – o zona intima – dentro la quale fanno entrare solo quelli con i quali hanno più confidenza. Quando vediamo un cane tutti ci sentiamo autorizzati ad accarezzarlo, ma ci siamo mai chiesti se a lui fa piacere essere toccato?

Farebbe piacere a noi, mentre facciamo una vasca in centro, se ogni persona che incontriamo ci desse una bella carezzina sulla testa e ci tirasse un pochino le labbra, urlandoci nell’orecchio quanto siamo dolci e carini? Assolutamente no.

I cani devono essere attratti da noi, con la giusta prossemica e linguaggio del corpo possiamo attirare la loro attenzione e se decidono di avvicinarsi allora possiamo accarezzarli, altrimenti no. Noi possiamo varcare la bolla intima dei nostri cani ma non di cani estranei, a meno che non siano loro a permettercelo.

Le frequenti immagini di bambini che abbracciano il cane come se fosse il loro amico del cuore sono una pessima informazione: ai cani non piace essere abbracciati, soprattutto da estranei e specialmente da bambini che magari si muovono in maniera scoordinata, urlando e saltellando.

Se veramente desideriamo creare una corretta relazione con il nostro cane dobbiamo essere realmente preparati e responsabili, non farci guidare solo dall’istinto e dal “sentito dire”.