Il quarto trimestre del 2024 non ha portato particolari novità – se non lievissime – sul trend negativo delle esportazioni reggiane. Il dato di fine anno, infatti, si è attestato su un calo del 6,5% (era -6,6% a fine settembre), con un valore complessivo di poco al di sopra dei 13 miliardi di euro – vale a dire 900 milioni in meno rispetto al 2023.
Un dato peraltro in controtendenza rispetto alle vicine Parma e Piacenza, dove al 31 dicembre scorso le esportazioni sono risultate in crescita del 2,3% e del 5,5% rispetto al 2023.
Le analisi dell’Ufficio studi e statistica della Camera di commercio dell’Emilia sui dati Istat sono impietose ed evidenziano che in provincia di Reggio il calo è del tutto ascrivibile al comparto manifatturiero, cui si lega la quasi totalità delle esportazioni reggiane: il crollo delle esportazioni del comparto manifatturiero (che vale 12,9 miliardi) è stato pari, infatti, a -6,8%, impossibile da compensare con le crescite fatte comunque segnare dai prodotti dell’agricoltura (+35,5%, ma con un valore limitato a quasi 10,9 milioni) e dai servizi di informazione e comunicazione (+24,3%, per un valore di 9,4 milioni).
Tra i segni negativi più rilevanti nell’ambito delle attività manifatturiere, spiccano quelli dei macchinari (-11,9%), del tessile (-4,3%), dei prodotti in gomma e materie plastiche (-3,1%) e di quelli in metallo (-7,2%); tra i pochi dati positivi, invece, spicca quello dell’industria alimentare, che ha fatto segnare +14,8% portando il valore delle esportazioni a circa 840 milioni.
Sebbene l’Europa si sia confermata come il continente verso il quale la provincia di Reggio indirizza la maggior parte dei suoi scambi (l’incidenza è del 69,7% sul totale), proprio in Europa si è registrato un calo del 7,1%.
A pesare, in questo caso, è stata soprattutto la flessione delle esportazioni verso i due maggiori partner commerciali comunitari, ovvero Germania (-5,7%, per un valore di 1,735 miliardi) e Francia (-10,2%, per un valore sceso a 1,496 miliardi): complessivamente, nei due Paesi l’economia reggiana ha perso 275 milioni di euro di esportazioni in un anno.
Di segno negativo (ma di gravità più contenuta) anche gli scambi con gli Stati Uniti, che sono comunque saliti al secondo posto assoluto (scalzando proprio la Francia) nella graduatoria dei Paesi maggiori importatori di prodotti made in Reggio Emilia. Le esportazioni verso gli Usa sono diminuite del 2,8%, per un valore complessivo di 1,52 miliardi e un saldo commerciale degli scambi positivo per 1,45 miliardi.
Pressoché stabili, invece, le esportazioni verso la Spagna (per un valore di 800 milioni di euro, in leggero calo: -0,4%), poi però ancora cali (soprattutto verso il Regno Unito e la Cina, rispettivamente -15,4% e -23,1%) fino al 13° posto della graduatoria dei Paesi più importanti per le esportazioni reggiane, dove si colloca la Svizzera: +0,7% rispetto al 2023 e un valore complessivo di 196 milioni.
“È evidente – ha sottolineato il presidente della Camera di commercio dell’Emilia Stefano Landi – che occorre ridare slancio all’economia italiana ed europea. Insieme al contrasto rispetto ai possibili dazi statunitensi, dunque, occorre un’azione coesa per favorire nuovi investimenti che sostengano le imprese in una situazione così complessa”.
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