A metà maggio Cgil, Cisl e Uil avevano chiesto un incontro al presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale sul futuro di Inalca, e ora c’è anche una data: venerdì 6 giugno il presidente sarà a Reggio assieme al suo vice (e assessore regionale allo sviluppo economico) Vincenzo Colla per incontrare i tre segretari provinciali.
Quando arriverà quel giorno, saranno passati quasi quattro mesi dal devastante incendio divampato nella notte tra il 10 e l’11 febbraio scorsi nell’area del polo industriale di via Due Canali a Reggio, che ha interessato un edificio per la lavorazione di carni fresche della ditta Inalca e un edificio di Quanta Stock&Go adibito a magazzino di alimenti.
In questo lasso di tempo i lavoratori e le lavoratrici di Inalca, Gescar e Fabbrica del Lavoro hanno continuato a sobbarcarsi trasferte quotidiane verso gli altri stabilimenti emiliani del gruppo, in provincia di Modena e a Piacenza, o verso quello di Pegognaga, in provincia di Mantova; oppure sono stati costretti alla cassa integrazione, con un disagio psicofisico ed economico crescente. Una soluzione sulla carta solo temporanea, che però di mese in mese si sta stabilizzando sempre di più.
E proprio il futuro di lavoratori e lavoratrici – si parla di circa 400 persone – sarà al centro dell’incontro reggiano, il secondo sulla vertenza Inalca dopo quello, ben lontano dall’essere risolutivo, convocato lo scorso marzo negli uffici della Regione, a Bologna – a cui però erano del tutto assenti i vertici di Inalca.
Lo saranno anche stavolta: ma in questa occasione, prima di sedersi al tavolo con i sindacati, il presidente de Pascale incontrerà in separata sede i rappresentanti legali dell’azienda del gruppo Cremonini, per capire quali sono i possibili margini di manovra.
Non solo sul fronte occupazionale, ma anche su quello industriale, dopo che all’indomani dell’incendio che ha reso inutilizzabile il polo di via Due Canali l’ipotesi di realizzare un nuovo stabilimento produttivo proprio a Reggio (o comunque nelle immediate vicinanze: circola, tra le altre, anche l’ipotesi di Gavassa, nell’area dove avrebbe dovuto essere realizzato lo stabilimento di Silk Faw), seppur in tempi non brevi, sembrava avere qualche credibilità, anche alla luce delle dichiarazioni ottimistiche delle istituzioni locali e degli impegni assunti dallo stesso gruppo Cremonini nei confronti di lavoratori e sindacati. Parole che, tuttavia, non hanno ancora avuto un seguito concreto, anzi.
L’obiettivo della Regione è quello di far sedere al “tavolo parallelo” con Inalca anche i rappresentanti di Coop Alleanza 3.0, che fino alla notte del rogo era il principale cliente dello stabilimento reggiano e che potrebbe rivelarsi una carta da giocare nella complicata trattativa.







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Custodisco, eredità di mio padre, la collezione quasi completa de "Il quaderno dell'attivista" pubblicazione del Partito Comunista Italiano degli anni quaranta e cinquanta dedicata ai
Attivista = semper mej che lavorer….
Giano bifronte... ipocrisia al top!