I sindacati dei metalmeccanici: “Assicurare ai lavoratori adeguati livelli di protezione oppure sciopero”

metalmeccanico montaggio

Per i sindacati regionali dei metalmeccanici dell’Emilia-Romagna Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil il protocollo sottoscritto dalle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil con le parti datoriali “rappresenta certamente uno strumento utile nelle mani di Rsu ed Rsl e di tutti i lavoratori”, anche se “in colpevole assenza di un intervento diretto da parte del governo nei confronti delle imprese per un fermo produttivo temporaneo con l’obiettivo di definire condizioni di assoluta sicurezza nei luoghi di lavoro”.

Gli accordi sulle fermate produttive e sulla riduzione della produzione per mettere in sicurezza i lavoratori, già in atto in molte aziende emiliano-romagnole, secondo le sigle sindacali si dovrebbero estendere anche utilizzando la cassa integrazione: “Le resistenze da parte delle aziende all’utilizzo degli ammortizzatori sociali sono da considerarsi irresponsabili e inaccettabili”, hanno sottolineato Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil.

Fino al 22 marzo, in ogni caso, rimane attiva la mobilitazione indetta dalle organizzazioni sindacali nazionali per determinare uno stop dell’attività produttiva nell’ottica di analizzare ogni singola postazione di lavoro e trovare soluzioni idonee “che non lascino dubbi, perplessità, timori a ogni lavoratore nel momento in cui dovrà riprendere l’attività”.

Fino al 22 marzo, dunque, in assenza di disponibilità al confronto da parte delle aziende per trovare soluzioni organizzative condivise e la copertura delle giornate di fermo attraverso cassa integrazione ordinaria e/o ferie (esclusivamente pregresse) rimane la proclamazione dello sciopero per l’intera categoria metalmeccanica.

A partire da lunedì 16 marzo dovranno essere costituiti in tutte le aziende i “Comitati per l’applicazione e la verifica delle regole del protocollo”, con la presenza di Rsu ed Rls, che dovranno definire, attuare e verificare le misure idonee per ciascuna azienda.

“Ogni lavoratore – hanno concluso Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil – deve sapere che, se nonostante ogni eventuale garanzia posta a sua tutela non si sentisse in una condizione di tranquillità per lavorare, lo sciopero unitario nazionale è posto a sua tutela. Il protocollo nazionale, infatti, precisa che “la prosecuzione delle attività produttive può avvenire solo in presenza di condizioni che assicurino alle persone che lavorano adeguati livelli di protezione”. Con i nostri delegati siamo impegnati nel dare coerenza a tale affermazione contrastando, in tal senso, le assenze del governo e le resistenze delle imprese”.