I cristiani cattolici sulla pillola abortiva non si faranno chiudere la bocca

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L’intervento di Gigliola Venturini, segretario del Pd provinciale (e mia ex collega in Sala del Tricolore), in risposta alla presa di posizione del vescovo Camisasca, contrario alle linee di indirizzo del ministro della salute Speranza aventi per oggetto l’applicazione, negli ospedali, della pillola abortiva Ru486, prevedendo anche il day hospital e non più il ricovero (cosa che il vescovo – e io concordo – attribuisce alla volontà di risparmiare risorse economiche, a discapito però della tutela della donna che decide di abortire), può essere aggettivata come presuntuosa.

Lo è perché a una libera espressione di pensiero, da parte del vescovo, si vorrebbe tappare la bocca, accusandolo di “indebita ingerenza” nelle decisioni dello Stato. Alla Venturini ricordo che la Questione romana, ossia il conflitto tra Stato e Chiesa cattolica, è stato sanato – attribuendo a ciascuna delle parti gli ambiti di intervento – “solo” 91 anni fa, con la firma dei Patti Lateranensi, voluti da Benito Mussolini e aggiornati nel 1984 dal premier socialista Bettino Craxi, attualmente in vigore.

Per inciso sottolineo che ad oggi, con questo secondo intervento, sono l’unico politico reggiano, locale e nazionale, a prendere posizione in sostegno del vescovo. La solerzia dimostrata dall’ex sindaco Delrio, ora capogruppo del Pd alla Camera, a intervenire in difesa del procuratore capo Mescolini per ora non si è vista a sostegno del vescovo Camisasca.

Eppure lui è stato indirizzato all’impegno politico da don Dossetti junior, schieratosi apertamente a difesa del vescovo e stranamente ignorato dalla stampa. Per rendere ancora più concreto il dibattito, sarebbe utile che i vertici dell’Ausl rendessero noti i dati del ricorso all’aborto nella nostra provincia, diviso per età.

Concludo ricordando che alla Santa Messa serale in Duomo di sabato 15 agosto, giorno dell’Assunta, a cui la Cattedrale è dedicata, il sacerdote ha ricordato che sui temi della vita, dal concepimento alla morte, deve – per essere fedele al suo ruolo – esprimere la propria posizione che parte dalla tutela della sacralità della vita. Faccio mia questa dichiarazione, che condivido pienamente. Quindi ai cristiani cattolici nessuno può tappare la bocca.

Marco Eboli
portavoce Fratelli d’Italia Comune di Reggio Emilia