‘God save the king’, Carlo: cara mamma, servirò sino alla fine. Il 19 funerale della regina Elisabetta

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Carlo III venerdì ha tenuto il primo discorso alla nazione: “Mi rivolgo a voi con un sentimento di profonda tristezza e di dolore”, ha detto in tono pacato a milioni di spettatori, non senza indirizzare un “grazie” in mondovisione alla sua “amata mamma”. Per poi additarne “l’esempio” di “servizio” e di “dedizione” alla monarchia e ai sudditi, come una fonte “d’ispirazione”. Ispirazione che per lui si traduce adesso nell’impegno a “servire” a sua volta il Regno “per tutta la vita”: “con lealtà, rispetto e amore”, radicato al pari della madre nella fede della Chiesa anglicana, ma a prescindere dal credo o dalle convinzioni di ciascuno dei suoi sudditi.

Ora spetterà a lui approvare inoltre il programma definitivo delle commemorazioni che gli verrà sottoposto in giornata dal Duca di Norfolk, maestro di cerimonie di corte. Le indicazioni sono quelle di un periodo di lutto nazionale di 12 giorni, che va sancito dal governo, durante il quale il feretro di Elisabetta sarà esposto all’ossequio popolare nel Palazzo di Westminster (come capitò per ultima 20 anni fa sua madre, la Queen Mom, morta ultracentenaria nel 2002). Si sa già che i funerali solenni si svolgeranno nell’abbazia di Westminster lunedì 19 settembre.

Fin da venerdì le bandiere nazionali con le insegne dell’Union Jack sono a mezz’asta ovunque nel Paese, con le campane della cattedrale di St. Paul (dove nel pomeriggio si terrà anche un primo servizio religioso in memoria della sovrana dinanzi a vertici del governo, esponenti politici e autorità varie), destinate più tardi a suonare a morto come a Westminster, nel castello di Windsor e altrove, accompagnate dall’eco di 96 salve di cannone che verranno sparate da Hyde Park.
La proclamazione formale di Carlo è attesa invece sabato, con il giuramento di lealtà dei parlamentari nelle sue mani. Mentre per l’incoronazione solenne, i tempi saranno più lunghi: tra alcuni mesi, dopo la fase del lutto.