Affidi, Foti assolto. Le reazioni social: il sindaco Carletti cambia immagine, il Pd al contrattacco

carletti profilo

Nessun commento, finora, ma solo un significativo cambio d’immagine sul proprio profilo Facebook per il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, all’indomani dell’assoluzione dello psicoterapeuta Claudio Foti. Una bella foto in bianco e nero scattata il giorno delle nozze, con uno smagliante sorriso. “E non sarà l’ultimo”, c’è chi ha scritto tra i commenti: concetto ripreso anche dall’avvocato Marco Scarpati (pure all’inizio coinvolto, ma subito uscito dalla famigerata inchiesta “Angeli e demoni”) che ha commentato il cambio di immagine con un eloquente “Non è che l’inizio”.

A esprimersi sono invece i difensori di Carletti: “Occorrerà naturalmente attendere le motivazioni, ma questa decisione, così netta nell’escludere ogni profilo di rilievo penale ed ogni irregolarità in capo a Foti, sembra confermare ciò che questa difesa ha sempre sostenuto, ossia la totale buona fede del sindaco Carletti nell’assoluta correttezza e piena affidabilità delle attività svolte della onlus Hansel & Gretel e del percorso terapeutico svolto dagli assegnatari del servizio”, hanno dichiarato gli avvocati Giancarlo  Tarquini e il professor Vittorio Manes.

E continua ad esprimersi soprattutto – con ogni mezzo e attraverso tutti i social – la politica ed in particolare il Pd. Oltre all’ assessore al Welfare del Comune di Reggio Emilia Daniele Marchi, il senatore ed ex sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio, si è affidato a una intervista a Radio Radicale per ribadire che “c’è un modo di fare opposizione, quella allora scelto dalla destra, che denigra le istituzioni  e non attende le sentenze della magistratura, ma che soprattutto, cosa più grave, ha delegittimato un intero sistema , quello dei servizi sociali, dei tanti professionisti che  lavorano per difendere i bambini e delle famiglie affidatarie”.


Un lungo post su Facebook per l’onorevole Ilenia Malavasi, che scrive tra l’altro: “Lasciando perdere le pagliacciate cui abbiamo assistito in quelle terribili settimane – tra “esorcismi” e gogne pubbliche – e al di là di eventuali responsabilità personali ancora da accertare, l’evidente tentativo condotto da una precisa parte politica era, fin dall’inizio, scardinare un sistema di tutela e protezione dei minori all’avanguardia. Tant’è che coerentemente assistiamo, con sgomento, all’avanzare di proposte di legge nella nostra Regione dall’emblematico titolo “affidi zero” sempre provenienti dalla stessa parte politica, nell’idealizzazione della famiglia, ovviamente solo quella naturale, come se questa fosse sempre il meglio, a prescindere dal contesto sociale e di vita. Allo stesso tempo, non si può tacere il tentativo di delegittimazione del Tribunale dei Minori, organo garante della loro protezione con tutto ciò che ne consegue”.
“Questa assoluzione – così come tutti gli altri passaggi processuali che sono avvenuti e che avverranno – non va intesa come la vittoria di una parte. I contorni di questa vicenda hanno assunto toni di uno squallore unico – a partire da chi veniva a farsi i selfie sotto il cartello “Bibbiano” – che non abbiamo certamente dimenticato, una strumentalizzazione becera che non è possibile ignorare, come se il nostro non fosse un paese garantista – continua – Oggi il mio pensiero non può che andare a tutta la comunità bibbianese, per quella profonda offesa subita alla quale ha saputo reagire con forza e determinazione, con la certezza che certe ferite forse non si rimarginano facilmente, ma che il tempo riesce sempre a dimostrare il reale valore delle persone”.


Un classico e inevitabilmente stringato tweet, infine, per Pierluigi Castagnetti. “PARLIAMO DI BIBBIANO. A quest’ora ancora nessuno ha chiesto scusa, per avere utilizzato la sofferenza di bambini per una sperata speculazione elettorale”.

Per quanto riguarda invece il fronte opposto, quello dell’accusa, è stato lo stesso procuratore capo di Reggio Emilia, Gaetano Paci, a incontrare la stampa per ribadire la bontà di una inchiesta che proprio al Tribunale di Reggio vede anche il processo in corso per tutti gli imputati (tra cui, per reati minori “amministrativi”, il sindaco Carletti) che, a differenza di Foti, non hanno scelto il rito abbreviato.  «Il caso Bibbiano dopo l’assoluzione di Foti? C’è un dato di fatto: tutti i fascicoli, salvo uno, per abusi sessuali istruiti a carico dei genitori e usati come presupposto per l’affidamento dei minori sono stati archiviati: ciò dimostra la correttezza delle indagini e la genuinità dei dati probatori acquisiti nell’inchiesta», ha detto, tenendo poi a sottolineare come quella di Foti sia stata una sorta di “vecchia” assoluzione per insufficenza di prove (che però non esiste più e tutte le assoluzioni sono assoluzioni e basta).  «Come ha detto la procuratrice generale di Bologna Lucia Musti attenderemo le motivazioni della sentenza per valutare il convincimento della Corte con cui è stato riformato il provvedimento di primo grado. Ma un dato bisogna evidenziarlo già da ora: l’assoluzione per entrambi i reati è ai sensi del secondo comma dell’articolo 530 del codice di procedura penale che dà la facoltà al giudice di pronunciarla quando, pur ritenendo sussistente la prova dei fatti, questa non è ritenuta completa o univoca», ha detto Paci.