Martedì 16 settembre, su richiesta del gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, l’assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna ha osservato un minuto di silenzio in memoria di Charlie Kirk, l’attivista politico della destra conservatrice americana ucciso qualche giorno fa con un colpo d’arma da fuoco durante un incontro con gli studenti nel campus della Utah Valley University, a Orem, negli Stati Uniti, e di tutte le vittime della violenza politica.
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Accogliendo la richiesta partita dai consiglieri del centrodestra, nel suo intervento il presidente del parlamentino regionale Maurizio Fabbri ha sottolineato di averne colto un richiamo importante: quello di condannare fermamente ogni violenza, trasformando così un gesto simbolico in un’occasione di coscienza collettiva.
“La violenza politica sta raggiungendo livelli pericolosi”, ha commentato Fabbri: “Le recenti uccisioni riaprono una ferita profonda negli Stati Uniti e non solo. Questi drammatici episodi hanno radici comuni: l’esasperazione del dibattito pubblico, la retorica che trasforma l’avversario in un nemico, l’odio e il razzismo che scorrono nelle community digitali fino a farsi arma nelle mani di chi sceglie la violenza”.
Il presidente dell’assemblea legislativa ha poi ricordato come questo problema riguardi anche l’Europa, teatro di attentati e omicidi politici in tempi anche recenti, mentre in Medio Oriente il giornalismo stesso è divenuto bersaglio, come dimostrano i reporter assassinati nella striscia di Gaza.
La storia italiana e quella della stessa Emilia-Romagna, del resto, non sono immuni dall’odio politico, dalla strage fascista alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 fino agli omicidi di Marco Biagi e Roberto Ruffilli per mano delle Nuove Brigate Rosse.
Per questo, ha sottolineato Fabbri, è fondamentale la risposta compatta delle istituzioni democratiche: “In Emilia-Romagna queste ferite hanno lasciato segni profondi, ma non ci hanno piegato. La nostra terra ha conosciuto le stragi nazifasciste che hanno colpito i civili, ha visto famiglie distrutte dal terrorismo nero e rosso, ha pianto vittime innocenti nelle strade e nelle piazze. Eppure, ogni volta, le istituzioni e i cittadini di questa regione hanno sempre saputo reagire scegliendo di rafforzare la nostra cultura democratica. L’Emilia-Romagna ha nel suo Dna un impegno collettivo: dire no alla violenza, sempre”.







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