Emergenza e Medicina di famiglia

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L’emergenza coronavirus ha messo in evidenza la criticità del Sistema di Medicina Territoriale anche in Provincie del Nord dove la Sanità Ospedaliera, è sempre stata il fiore all’occhiello del Sistema Sanitario Nazionale. La visione “Ospedalocentrica” del Servizio Sanitario ne è stata la causa ignorando i ripetuti appelli delle Organizzazioni Sindacali di implementare l’assistenza sanitaria territoriale. Noi tutti a Reggio ci lamentavano delle interminabili code al pronto soccorso, spesso intasato da extra comunitari, ci lamentavano, inoltre, di alcune liste d’attesa più lunghe di quelle che ufficialmente sembravano essere, tuttavia, sotto il profilo sanitario specialistico c’era ben poco da rimpiangere, il Sistema Ospedaliero Reggiano è sempre stato molto efficiente.

Il Covid ha messo in luce la carenza della Medicina del territorio, ossia della Medicina di famiglia, che dovrebbe rappresentare il riferimento fondamentale nell’ambito dell’attuale sistema di Assistenza Primaria. I Medici operanti a livello territoriale dovrebbero interfacciarsi facilmente, con un flusso di comunicazione più rapido ed efficiente con il Sevizio Sanitario e con gli altri enti che erogano l’assistenza di Medicina Generale. Ad onor del vero, pur essendo un Veterinario e molto più abituato alle epidemie rispetto ai Medici, nessuno di noi si sarebbe aspettato che nel 2020 un virus potesse mettere in ginocchio il mondo intero, sia sotto il profilo sanitario sia sotto il profilo economico. Nella fase I e in questa recentissima fase II, la regola principe che l’hanno imparata anche i bambini, è dievitare gli assembramenti e per questo a tutti i livelli molte attività sono state differite nel tempo, anche a livello sanitario. Tutto ciò che è rimandabile è bene rimandarlo per evitare, il contatto tra persone e la probabile trasmissione del virus. Per alcune categorie di pazienti, invece, alcuni esami non sono rimandabili, pertanto si deve avere l’opportunità di accedere comunque ai Servizi Sanitari. Il sottoscritto a causa di una patologia cronica deve assolutamente, mensilmente, sottoporsi ad un prelievo ematico. Con l’App “Zerocoda”, prenotavo l’appuntamento alla Casa del Dono e con una precisione Svizzera in 10 minuti facevo tutto. Per assurdo, immaginavo che con l’emergenza Covid, la prenotazione per appuntamento per evitare assembramenti e contingentare le entrate fosse ancora più potenziata, magari dando la possibilità anche agli anziani appartenenti alle categorie non differibili di poter prenotare telefonicamente. Invece no, l’organizzazione sanitaria ha previsto che non si possa più accedere con zero coda ma solo per accesso diretto. L’epilogo è che oggi, per la quarta mattina dietro fila, mi presento alle 6,40 davanti alla Casa del Dono, la quale apre alle 7,00. Ed è la quarta mattina che trovo dalle 40 – 50 persone arrivate prima di me, assembrate tra loro, impegnate in lunghe chiacchierate tra loro in attesa dell’apertura. Il colmo che almeno l’80% di queste persone sono anziane e sicuramente in pensione ed inoltre, non bisogna dimenticare che tutte queste persone, che devono fare gli esami di laboratorio, non differibili nel tempo, appartengono alle categorie a rischio. E’ opportuno a mio parere dare un chiaro segnale che la pandemia non è finita, la fase II è determinante ed è propedeutica per acquisire un’immunità di popolazione graduale, ma non dobbiamo assolutamente rischiare di fare un fatale passo indietro. Il paradosso è che si prevede di riaprire le biblioteche gestendo il prestito su appuntamento e si toglie la possibilità di prenotare su appuntamento gli esami clinici? Letteralmente un paradosso epidemiologico.

Suggerisco, pertanto, di ripristinare al più presto il Servizio Zero Coda, come del resto è rimasto attivo in molte aree del Veneto, Lombardia e Emilia , la riattivazione del Servizio eviterebbe inutili assembramenti, regola principe della prevenzione primaria. Non rischiamo di fare un passo indietro, sarebbe fatale non solo sotto il profilo sanitario ma anche sotto il profilo psicologico.