Elezioni regionali Emilia-Romagna, sulla scheda anche il Movimento 3V Vaccini Vogliamo Verità

Movimento 3V banchetto

Alle elezioni regionali del 26 gennaio 2020 in Emilia-Romagna, oltre ai partiti più noti, sarà presente anche il neonato Movimento 3V Vaccini Vogliamo Verità: in sei province della regione (Piacenza, Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini) è stato infatti già raggiunto il numero di firme necessario per la presentazione delle liste, e nei prossimi giorni – entro il termine per la presentazione delle liste, previsto per il 27-28 dicembre – il movimento “no-vax” conta di raggiungere l’obiettivo in altre due province, quelle di Parma e Modena.

Il candidato del Movimento 3V è il medico ferrarese Domenico Battaglia, medico chirurgo specialista in urologia con un master in alimentazione e dietetica vegetariana.

Al centro del programma i temi della salute (con lo stop alla tecnologia 5G) e in particolare quella che i promotori del movimento definiscono “emergenza vaccini”, ma non mancano proposte su ambiente (ad esempio il divieto del cosiddetto fracking), infrastrutture, alimentazione, agricoltura, famiglia (con la proposta di far costituire la Regione come parte civile negli eventuali processi relativi allo “scandalo affidi” di Bibbiano), scuola e partecipazione.

Al primo punto del programma, in ogni caso, figura “l’annullamento degli effetti di ogni obbligo vaccinale sulla salute, sulle famiglie e sulle condizioni sociali dei cittadini”, inclusi “gli obblighi a fini professionali e sportivi previsti per personale delle forze di sicurezza, delle forze armate, per gli operatori scolastici, operatori sanitari ed atleti” – pur nella consapevolezza, come riportato nel documento programmatico, che il pieno raggiungimento di tali obiettivi implicherebbe l’abrogazione di leggi nazionali (come la legge 119/2017 sull’obbligo vaccinale), prerogativa che non rientra tra le possibilità del governo di una Regione.

Nella parte relativa alla scuola, invece, le proposte riguardano l’eliminazione della documentazione vaccinale come requisito di accesso ai nidi e alla scuola dell’infanzia e “il ripudio dell’ideologia gender”.