Edilizia scolastica, in Emilia-Romagna 46 progetti di riqualificazione con i fondi del Pnrr

edilizia scolastica scuola Castiglione CMBologna

Scuole più moderne, più sicure e più accoglienti grazie alle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr): è questo l’obiettivo dei 46 progetti di riqualificazione degli edifici scolastici proposti dagli enti territoriali dell’Emilia-Romagna (Province, Città metropolitana di Bologna, Comuni e Unioni di Comuni) che hanno ricevuto il via libera dalla giunta regionale.

L’investimento complessivo è pari a 83 milioni di euro: per la realizzazione dei progetti sono disponibili 45,5 milioni (di cui oltre 32 milioni afferenti direttamente al Pnrr e altri 13,4 milioni in arrivo da altri fondi nazionali), ai quali si aggiungono 37,6 milioni di co-finanziamento degli enti locali. Il cronoprogramma è tassativo: i progetti definitivi (che spaziano dalla prevenzione antisismica all’adeguamento degli impianti, dall’efficientamento energetico alla costruzione di nuove strutture) dovranno essere approvati entro il prossimo 31 agosto, con l’appalto dei lavori che dovrà essere completato entro il 20 giugno del 2023 e il collaudo finale dell’opera che dovrà avvenire entro il 31 marzo del 2026.

Il piano per l’edilizia scolastica riguarda istituti di ogni ordine e grado, dalle scuole dell’infanzia fino alle superiori. I progetti presentati dalla Regione e finanziabili tramite il Pnrr sono stati illustrati mercoledì 16 febbraio in video-conferenza stampa dall’assessora regionale alla scuola Paola Salomoni, insieme al presidente dell’Upi (Unione delle Province italiane) dell’Emilia-Romagna Gian Domenico Tomei e al presidente dell’Anci (Associazione nazionale dei Comuni italiani) dell’Emilia-Romagna Luca Vecchi.

“Siamo di fronte a una straordinaria opportunità per far fare un ulteriore salto di qualità all’intero patrimonio edilizio scolastico regionale”, ha sottolineato l’assessora Salomoni: “Lavoriamo insieme agli enti territoriali per utilizzare al meglio le risorse del Pnrr: siamo abituati a utilizzare fino all’ultima risorsa disponibile per la nostra regione, a partire dai fondi europei, e continueremo a farlo. Garantire strutture sicure, accoglienti e innovative significa mettere al centro il futuro dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze, valorizzando il ruolo strategico dell’istruzione”.

L’avvio dei 46 interventi, ha aggiunto Tomei, “rappresenta la forte volontà delle amministrazioni pubbliche locali di investire sul futuro della comunità. Il Pnrr costituisce, in questo senso, un’occasione unica di rilancio dell’intero territorio regionale e gli esperti messi a disposizione dal governo (e destinati alle Province, attraverso la Regione) a supporto dei piccoli Comuni ne sono la riprova. La rete delle istituzioni è fondamentale per costruire il nostro domani”.

“Si tratta di un fatto di grande rilevanza che interesserà tanti comuni della nostra regione. Un piano importante di investimenti che ha al centro l’edilizia scolastica, la messa in sicurezza e l’efficienza energetica degli edifici”, ha concluso Vecchi: “La qualità degli edifici e degli ambienti scolastici è parte integrante di un progetto educativo di qualità”.

La giunta regionale, inoltre, ha anche approvato e trasmesso a Roma l’elenco dei fabbisogni di costruzione, riqualificazione e messa in sicurezza degli asili nido e delle scuole dell’infanzia finanziabili tramite il Pnrr: la ricognizione effettuata dalle Province e dalla Città metropolitana di Bologna ha evidenziato la necessità di oltre 230 interventi, per un costo di circa 316 milioni di euro.

In Emilia-Romagna sono complessivamente oltre 2.800 gli edifici scolastici: quasi un terzo di questi, con percentuali che variano dal 20% al 40% a seconda della provincia, sono stati realizzati tra il 1961 e il 1975, mentre spazia dal 10% al 18% la percentuale delle strutture costruite tra il 1956 e il 1960. Quasi una scuola su dieci (le percentuali variano dal 4% al 12% a seconda delle province) risale al periodo tra le due guerre mondiali, e in totale quasi la metà degli istituti scolastici (il 48%) è antecedente al 1975.