Draghi ultima spiaggia

Mario Draghi Quirinale mic

Dalle prime informali consultazioni si direbbe che molti, dai Cinquestelle alla Lega, non abbiano capito che votare la fiducia al nascituro governo Draghi sia l’ultima possibilità per rimettere il paese in carreggiata. Il presidente Mattarella ha illustrato con dovizia le ragioni che escluderebbero un rapido passaggio per le urne. Emergenza Covid, piano vaccini, Recovery plan sono urgenze che non possono essere rinviate. Serve un governo solido e illuminato, guidato dalla persona più autorevole che l’Italia possa spendere oggi a livello internazionale, ossia Mario Draghi.

Il problema di questo ceto politico, o perlomeno di buona parte di esso, è che da Draghi si sente spaventato. Troppa la distanza tra l’ex presidente della Bce e la truppa di politicanti improvvisati portati in Parlamento dal vento populista di qualche anno fa per non avvertirne una distanza quasi antropologica.

Lo spiega bene la prima reazione del Che Guevara di Roma Nord, Alessandro Di Battista, il quale ha definito Draghi “l’apostolo delle élites” dimostrando di non avere idea di come il presidente incaricato abbia gestito i numerosi impegnativi incarichi lungo la sua carriera. Bisognerebbe che qualcuno spiegasse ai Cinquestelle che Draghi non è Monti e che la sua opera più importante in carriera è stata, insieme al celebre “Whatever it takes” che salvò l’euro dalla speculazione globale, l’attuazione del quantitative easing, ossia il più grande sostegno monetario mai attuato dalla Banca centrale per sostenere le economie dei paesi in difficoltà. Draghi affrontò con i fatti la visione rigorista della Germania, ebbe le sue dispute non facili con Angela Merkel ma alla fine la spuntò e i fatti gli diedero ragione. Non è esagerato dire che se oggi l’Europa è ancora unita lo si deve in buona parte a Mario Draghi.

L’asse Pd-Cinquestelle riconfermato dalle parti in un vertice di mercoledì sera rischia di condurre il partito di Zingaretti in un cul de sac. I dem hanno immediatamente assicurato il sostegno a Draghi e con questo si sono confermati forza politica seria e responsabile. Ma domani? Se i grillini dovessero riuscire nel sabotaggio del nuovo governo, oppure si collocassero all’opposizione di una nuova maggioranza, su quali basi si potrebbe mai costruire una strategia comune?

Il Pd non crede di poter diventare la prima forza politica di riferimento per il futuro governo? Se Draghi dovesse partire e lavorare bene, qualcuno ne potrà rivendicare il merito politico. In una visione di matrice riformista, ispirata da un’opera di ricostruzione del paese, il Pd potrebbe ritrovare se stesso e il senso della propria presenza. In Italia come in Europa. Levandosi dall’abbraccio mortale di giustizialisti, anti europeisti, aspiranti poeti e scappati di casa.

Per quanto possa sembrare assurdo, in questa legislatura che ha visto un premier dapprima firmare i decreti anti-sbarchi e poi firmare la loro cancellazione, non è affatto certo che la missione Draghi sia destinata al successo. Non solo i Cinquestelle ma anche la Lega, forza di grande peso, si balocca tra le spinte della componente più vicina alle aziende del Nord (che vuole Draghi) e un vertice progressivamente romanizzato (che preferirebbe il voto subito). Salvini teme di regalare altri voti alla Meloni, accettando di sostenere il governo. L’astensione potrebbe essere il compromesso, ma sarebbe anche una scelta di neutralità poco comprensibile all’elettorato.

Comunque sia, Mattarella ha chiesto un’azione di responsabilità a tutte le forze politiche. Lo ha fatto nella consapevolezza di avere scelto l’uomo meglio attrezzato per garantire la credibilità dell’Italia a livello globale. Draghi conosce già i grandi del mondo, parla inglese meglio di tanti inglesi, può alzare il telefono e parlare con chi vuole da Washington a Pechino. Possiamo essere grati al capo dello Stato di averlo chiamato. Se il Parlamento dovesse negargli la fiducia commetterebbe un errore irreparabile. E meriterebbe di andare subito a casa.




C'è 1 Commento

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  1. Gianni

    Tapering?

    Corregga il suo testo, Direttore, per cortesia!

    Probabilmente intendeva l’opposto di quello che ha scritto…

    Le suggerirei di dare un’occhiata al significato di quella parola in questo contesto….

    cordialmente

    Gianni


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