Reggio, stime crescita del Pil dimezzate

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A fronte dell’atteso rallentamento della crescita economica (con un Pil sempre in aumento, ma secondo le stime di aprile solo del 2,2%, e non più del 4,4% come ipotizzato a gennaio), anche il numero dei nuovi contratti di lavoro – pur rimanendo alto – sta tendendo verso una contrazione: stando alle analisi dell’ufficio studi della Camera di commercio di Reggio, applicate ai dati del sistema informativo Excelsior di Unioncamere-Anpal, a maggio è previsto un aumento del 7% rispetto ad aprile, ma i 3.380 nuovi contratti che le imprese reggiane prevedono di attivare risultano inferiori del 13,1% rispetto a quelli dello stesso mese del 2021.

Anche il trimestre aprile-giugno 2022 dovrebbe chiudersi con un dato inferiore a quello dell’anno scorso: secondo le previsioni, infatti, ci saranno complessivamente 10.620 nuovi ingressi nel mondo del lavoro, un dato però inferiore del 9,6% rispetto a quello dello stesso trimestre del 2021; il saldo peggiore (-21%) è quello fatto segnare dall’industria, mentre il calo atteso è molto più limitato (-2,5%) per quanto riguarda i servizi.

È indubbio, secondo l’ente camerale reggiano, che i dati “sono influenzati da un sentiment delle imprese meno positivo rispetto a pochi mesi fa”, ma sulle differenze anno su anno pesa anche il confronto con un 2021 che aveva fatto registrare un grande rimbalzo dei nuovi contratti, tanto che il saldo era risultato superiore di 10.000 unità rispetto a un 2020 che aveva visto invece calare i nuovi ingressi al lavoro del 30%.

Il rallentamento, in ogni caso, è evidente “e non casualmente – secondo la Camera di commercio – colpisce soprattutto l’industria”, ovvero quel grande segmento dell’economia reggiana che risente più di altri dell’aumento dei costi delle materie prime e delle incertezze sui mercati internazionali. A fronte di previsioni che ad aprile indicavano per il 2022 un lieve calo in termini di Pil (-0,3%), rimandando la crescita – che nel 2021 era stata dell’8% – al 2023 (+ 2,3%), i dati riferiti a maggio evidenziano invece per il settore un segno negativo del 14,8% rispetto allo scorso aprile e una riduzione delle nuove assunzioni che si estenderà anche all’intero secondo trimestre dell’anno (maggio-luglio: -21%).

Molto più modesta, invece, la riduzione dei nuovi contratti su base trimestrale nell’area dei servizi (-2,5% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precendente), che a maggio dovrebbe far segnare ancora un sensibile aumento (+25%) rispetto ad aprile. A trainare il comparto sono principalmente le imprese del segmento alloggi e ristorazione (+54,3%, con 710 nuovi contratti), ma un contributo importante è in arrivo anche dai buoni andamenti dei servizi alle imprese e alle persone (+12,3%) e dal commercio (+9,7%).


Tornando ai dati generali per il mese di maggio, nel 22% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 78% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita). Analizzando invece l’area funzionale di inserimento, il 49,6% dei profili sarà destinato alla produzione di beni e all’erogazione di servizi, il 14,8% assumerà un ruolo nelle funzioni commerciali e di vendita, il 14% si occuperà di aspetti inerenti la logistica, l’11,6% afferirà all’area tecnica e di progettazione, il 5,4% sarà impiegato in mansioni di amministrazione e il restante 4,3% nell’area direzione e servizi generali.

Continua a manifestarsi, nel frattempo, un gap tra offerta e domanda di lavoro: nel 42% dei casi, infatti, le imprese hanno messo in conto la possibilità di incontrare difficoltà nel reperire le professionalità richieste. Tra i profili ad alta specializzazione, che rappresentano il 19% delle nuove entrate previste nel mondo del lavoro reggiano, quelli più complicati da individuare sono i tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione (difficoltà di reperimento prevista: 63,4% dei casi), gli specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche (63%) e i tecnici della sanità, dei servizi sociali e dell’istruzione (53,5%). Nell’ambito dei servizi, invece, sono attese criticità per quanto riguarda gli operatori della cura estetica (61,4%) e gli operatori dell’assistenza sociale, in istituzioni o domiciliari (57,8%). Tra gli operai, infine, risultano di difficile reperimento i conduttori di mezzi di trasporto (60,7%) e gli operai specializzati nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche (59%).