E-R verso stato d’emergenza regionale

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Dopo che nella seduta di lunedì 20 giugno l’Osservatorio del distretto del fiume Po ha dichiarato per il bacino padano un’allerta rossa per crisi idrica (potrà proseguire, almeno per il momento, l’attività di irrigazione, seppur con interventi mirati e in misura ridotta), l’orientamento della Regione Emilia-Romagna sembra essere quello di arrivare alla dichiarazione dello stato di emergenza regionale, che anticiperà la richiesta dello stato di emergenza nazionale, decisione che con ogni probabilità arriverà durante la cabina di regia regionale già convocata a Bologna per il pomeriggio di martedì 21 giugno.

“Ribadiamo come servano interventi rapidi per rispondere alla crisi che stiamo vivendo e altri, strutturali, per risolvere una situazione che ormai si ripete ogni anno”, ha spiegato l’assessora regionale all’ambiente e alla Protezione civile Irene Priolo dopo la riunione dell’Osservatorio per il fiume Po: “In entrambi i casi servono l’intervento del governo e la realizzazione di misure e progetti nazionali. Bene, in tal senso, l’impegno a intervenire arrivato dai ministri competenti e dal capo della Protezione civile nazionale”.

La situazione sarà esaminata più nel dettaglio proprio nel corso della cabina di regia convocata con urgenza dalla Regione per fare il punto sull’emergenza e per mettere in campo i primi interventi: parteciperanno anche i gestori del settore idropotabile, Arpae (Agenzia prevenzione ambiente energia Emilia-Romagna), Atersir (l’Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e i rifiuti), l’Anbi (Associazione nazionale bonifiche, irrigazioni e miglioramenti fondiari), il Consorzio del Canale emiliano-romagnolo, l’Enel, l’Aipo (l’Agenzia interregionale per il fiume Po) e l’Autorità di distretto del fiume Po.

Sull’agomento è intervenuto anche l’assessore regionale all’agricoltura Alessio Mammi: “Rischiamo gravissimi danni alle produzioni orticole e frutticole. Servono quanto prima risorse per investire in infrastrutture idriche e costruire invasi per conservare l’acqua quando è disponibile, per poterla poi utilizzare nei periodi siccitosi. La realizzazione di infrastrutture deve essere una priorità nazionale, occorre semplificare le procedure amministrative per poter velocizzare il più possibile i percorsi progettuali e la realizzazione. La Regione ha messo a bando 7 milioni di euro per invasi aziendali, ma occorrono anche invasi territoriali per aumentare sensibilmente la capacità di stoccaggio, utilizzando al meglio anche le importanti risorse del Pnrr che sono già disponibili”.

In attesa della cabina di regia, ha aggiunto Mammi, “rinnovo la mia grande preoccupazione sulla siccità che colpisce il nostro territorio, anche per le conseguenze sulle produzioni agricole: soprattutto pomodori, frutta, mais e riso, che necessitano di un approvvigionamento idrico significativo. Condividendo la raccomandazione che le persone limitino l’uso di acqua per usi civili non fondamentali, voglio portare l’attenzione al tema dell’innalzamento del cuneo salino nella zona del delta del Po, che ci impone l’individuazione di soluzioni importanti e tempestive, necessarie a contrastare i fenomeni di desertificazione in corso”.