Covid. In Italia sale ancora l’Rt: ora è a quota 1.57

infermeria spazio Covid

La nuova riunione della cabina di regia tra Ministero della salute, Istituto superiore di sanità e Regioni ha certificato un altro forte aumento – è il terzo consecutivo – del valore dell’indice Rt relativo alla pandemia di nuovo coronavirus in Italia: l’indice di trasmissibilità dell’infezione da virus Sars-Cov-2, infatti, è arrivato a quota 1.57, con un preoccupante incremento rispetto all’1.26 della settimana precedente.

Un dato che ha confermato l’inversione di tendenza avvenuta a luglio rispetto ai numeri in discesa dei mesi scorsi. Stesso trend in rialzo anche per l’incidenza, passata dai 40 nuovi casi ogni 100mila abitanti della settimana dal 12 al 18 luglio agli attuali 58 nuovi contagi ogni 100mila abitanti, soprattutto a causa della maggior contagiosità della variante Delta.

Nel frattempo sono salite a venti le Regioni e Province autonome classificate a rischio moderato, mentre soltanto il Molise è rimasto a rischio basso. Grazie ai nuovi criteri governativi sul cambio di colore delle Regioni e delle Province autonome, tuttavia, che danno maggior peso al tasso di occupazione dei reparti Covid e delle terapie intensive negli ospedali rispetto all’incidenza di nuovi casi, tutta l’Italia resta in zona bianca.

Nessuna Regione o Provincia autonoma, infatti, ha superato la soglia critica di occupazione dei posti letto in terapia intensiva o in area medica. Il tasso di occupazione in terapia intensiva, per quanto riguarda l’intero territorio nazionale, è rimasto stabile al 2%, seppur con un lieve aumento nel numero di ricoverati, passati dai 165 della rilevazione del 20 luglio ai 189 di quella del 27 luglio. Il tasso di occupazione in area medica – calcolato a livello nazionale – è aumentato invece dal 2% al 3%, con un incremento del numero di pazienti ricoverati da 1.194 a 1.611.