I carabinieri di Correggio hanno denunciato un uomo di 37 anni con l’accusa di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e sequestro di persona. A far scattare le indagini è stata la compagna dell’uomo, che ha raccontato ai militari di essere vittima da quattro anni di gravi episodi di violenza fisica e psicologica, anche durante il periodo della gravidanza e anche in presenza della figlia minore.
Le vessazioni, stando alla testimonianza della donna, erano continue: insulti, minacce, aggressioni con pugni, schiaffi e calci. In diverse occasioni, approfittando dei momenti in cui la compagna dormiva, il trentasettenne avrebbe anche abusato sessualmente di lei.
L’episodio più grave si è verificato qualche mese fa, alla fine di gennaio, quando l’uomo ha strattonato la compagna tirandole con forza i capelli fino a farla cadere a terra, per poi colpirla ripetutamente con pugni e calci. Dopo questa aggressione, con la complicità dei propri genitori, ha chiuso a chiave la donna in camera da letto per quasi due giorni, insieme alla figlia. Durante questo periodo di reclusione forzata, alle due è stato negato il cibo, è stata concessa soltanto dell’acqua da bere ed è stato consentito loro di uscire dalla stanza solo per il tempo necessario per andare in bagno.
Poi, approfittando di un momento di distrazione dei presenti, la donna e la figlia sono finalmente riuscite a fuggire e a lanciare l’allarme, chiamando il 112; una volta soccorse e visitate (la donna ha avuto una prognosi di sette giorni), sono state accompagnate in una struttura protetta.
Per i fatti di fine gennaio sono accusati anche i genitori dell’uomo: la madre, 60 anni, dovrà rispondere in concorso dei reati di lesioni personali e sequestro di persona, mentre al padre, 70 anni, è stato contestato il reato di sequestro di persona.
La Procura di Reggio, alla luce di quanto emerso dalle indagini, ha chiesto per il 37enne alcune misure cautelari: il divieto di espatrio, con il ritiro del passaporto; il divieto di avvicinamento a meno di mille metri dalle vittime, con applicazione del braccialetto elettronico per monitorare il rispetto dell’obbligo; il divieto di comunicare con la compagna e la figlia in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo.
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