Pensionati, ex casari, manovali: è la chiamata alle armi del Consorzio del Parmigiano Reggiano Dop per far fronte al rischio che nei caseifici, a causa di eventuali contagi e quarantene per coronavirus, non si riesca a mandare avanti l’attività giornaliera. “Dal punto di vista operativo il decreto non ci blocca, non ci cambia nulla, perché il trasporto delle merci è consentito”, spiega all’Ansa Nicola Bertinelli, presidente del consorzio, “e perché l’attività nei caseifici è ‘comprovata necessità lavorativa’” ma “ci spaventa il fatto che molte nostre attività non siano differibili nel tempo e quindi temiamo le quarantene obbligatorie come da normative sanitarie”.
Una bovina va munta, non si può aspettare tre giorni, il latte va trasformato, non si può congelarlo. La quasi totalità dei caseifici si trova in province fortemente colpite dal virus – Reggio Emilia, Parma, Modena, Mantova – e quindi “è impensabile sperare di restare immuni”, sottolinea Bertinelli.
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