Concerto in ricordo di Velia Gallinari, scomparsa a Lourdes al termine del pellegrinaggio

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Un concerto come sarebbe piaciuto a lei: un inno alla gioia di vivere, nonostante le difficoltà quotidiane, nel segno di Maria. Il concerto è quello in programma domenica 10 febbraio alle 16.30 nella parrocchia di sant’Agostino, in città, promosso dall’Unitalsi (Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali), sottosezione di Reggio Emilia; lei è Velia Gallinari, la disabile reggiana morta lo scorso agosto a Lourdes, all’età 48 anni, al termine del pellegrinaggio nella città mariana organizzato proprio dall’Unitalsi regionale.

“Concerto per la vita” è, non a caso, il titolo della manifestazione in ricordo di Velia, un’iniziativa di grande sensibilità e profondo rispetto per la vita. Il programma del concerto prevede l’esecuzione del monumentale “Gloria” di Antonio Vivaldi in cui si alternano pagine di celestiale musica esaltante ad altre di dolorosa preghiera umana. Nella seconda parte del concerto è in programma una carrellata di musiche mariane di diverse epoche. Un omaggio alla figura di Maria su cui si sono cimentati autori come Arcadelt, Da Vittoria, Schubert, Gounod, Lorene, Caccini oltre alla stessa Ave Maria di Lourdes e l’Entree Pontificale di Bossi e il Magnificat di Frisina.

Di scena il soprano Paola Tognetti, anche presidente provinciale Unitalsi, e il mezzosoprano Marianna Petrecca. Due le formazioni corali coinvolte: il Coro La Corbella di Campagnola Emilia e il Coro dei Musicanti dell’istituto alberghiero “Angelo Motti” di Reggio Emilia. L’accompagnamento all’organo sarà eseguito a quattro mani da Claudio Cardani e Milo Martani. Il concerto sarà allietato da un rinfresco offerto, con la collaborazione dell’Istituto Motti, dal Conad Superstore Le Querce.

<Nella sollecitudine di Maria – ha detto il Santo Padre Papa Francesco in occasione della Giornata Mondiale del Malato – si rispecchia la tenerezza di Dio. E quella stessa tenerezza si fa presente nella vita di tante persone che si trovano accanto ai malati e sanno cogliere i bisogni, anche quelli più impercettibili, perché guardano con occhi pieni di amore>. Un omaggio all’opera dei tanti volontari Unitalsi che sono da sempre al fianco di chi soffre per alleviarne il peso nel loro calvario quotidiano, vissuto con dignità e fede. Come ha testimoniato la stessa vita, intensa e devota, di Velia Gallinari le cui preghiere sono state raccolte in un libro che verrà messo in vendita proprio domenica 10 febbraio nei locali della parrocchia di Sant’Agostino: le offerte raccolte saranno destinate a sostenere le attività dell’Unitalsi reggiana.

Qui di seguito riportiamo il testo scritto da Paola Tognetti, presidente provinciale Unitalsi, a ricordo dell’ultimo pellegrinaggio di Velia Gallinari, nell’agosto 2018

<Non sono venuta a Lourdes per dormire>. Lo diceva spesso Velia ogni volta che la invitavamo a riposarsi nella cornice di Lourdes durante i faticosi giorni del pellegrinaggio organizzato nell’ambito del viaggio dell’Unitalsi di Reggio Emilia.

Siamo partiti con Velia nella notte tra il 23 e il 24 agosto con il suo furgone attrezzato: Velia, mamma Mara, Carla e io. Un viaggio organizzato fin da marzo, quando ho fatto la proposta a Velia di andare a Lourdes in occasione del pellegrinaggio dell’Unitalsi regionale. Sapevo che erano passati otto anni dall’ultima volta che Velia era stata a Lourdes; otto anni di grosse difficoltà economiche e fisiche, perchè la malattia di Velia l’aveva segnata ancora di più e ora non le permetteva di tornare a Lourdes in treno o in aereo, assieme agli altri pellegrini. ma il suo desiderio di tornare a pregare ai piedi della Madonna era un suo pensiero fisso, un desiderio indicibile.

Così la mia proposta ha aperto uno spiraglio di speranza per Velia. Avremmo organizzato un viaggio per lei, in auto, così da superare le difficoltà che l’aveva tenuta lontano da quel traguardo. Quando ne parlammo la prima volta, Velia aveva quasi paura di chiedere il consenso a mamma Mara. temeva che la risposta sarebbe stata “no”, che quel viaggio in auto sarebbe stato troppo rischioso per le sue fragili condizioni. Ma dopo il consenso dei medici, i preparativi sono partiti alla grande. A rendere possibile il sogno di Velia sono state le donazioni che hanno permesso di affrontare le spese dei questo viaggio: dietro al viaggio di Velia ci sono stati molti reggiani che l’hanno incoraggiata e sostenuta.

La sera della partenza, la gioia di Velia nel vedere le sue cose sistemate provvisoriamente in auto accanto al letto ricavato nell’abitacolo del furgone attrezzato era esplosiva,incontenibile: il suo sogno stava per avverarsi.

E per tutto il viaggio di andata, quasi sedici ore, Velia non ha mai manifestato malessere, disagio o stanchezza: ci spronava ad andare avanti. Nessuna sofferenza e mai un lamento: era lei che ci teneva sveglie con la sua voglia di arrivare il prima possibile a Lourdes.

All’arrivo nella città santuario, il primo pensiero di Velia è stato quello di andare alla Grotta, perchè aveva promesso di portare le richieste, i pensieri, le lettere di tante persone che l’avevano avvicinata alla vigilia di questo viaggio, direttamente ai piedi della Madonna. Velia ha voluto dire subito un rosario per tutte le persone che si erano affidate a lei.

I percorsi di preghiera per i pellegrini e gli ammalati che raggiungono Lourdes con l’Unitalsi sono tantissimi. Velia è riuscita a farli praticamente tutti nonostante le sue condizioni di salute. Con me si è immersa persino nelle vasca dei bambini, alle piscine. Indescrivibile poi è stata la gioia che Velia ha voluto manifestare ringraziando tutti: le Dame, gli addetti alle piscine del Santuario.

Nella serata del flambeaux a cui hanno partecipato tutti i pellegrini e gli ammalati arrivati a Lourdes con il treno dell’Unitalsi Emilia Romagna – a cui hanno aderito i pellegrini, gli ammalati, le sorelle e i barellieri reggiani – Velia ha potuto partecipare a tutta la processione e al rosario internazionale. L’ho tenuta in braccio sulla gradinata della Cattedrale per permetterle di assistere alla funzione e respirare meglio dal momento che la schiena non le permetteva più di stare seduta sulla carrozzina.

Il pellegrinaggio è terminato con la funzione del Cero, dove vengono rinnovate le promesse battesimali. Velia ha voluto a i costi essere presente anche a questa ultima funzione manifestando una fede senza limiti, volendo anche qui pregare per tutti.

Ritornati nelle stanze dell’ospedale Salus dell’Unitalsi che ci ha ospitato, quella sera Velia mi ha confessato la sua grande felicità per essere riuscita a fare tutto quello che lei si era messa in testa di dover fare nonostante le sue condizioni..

Ma l’ultima notte di quel pellegrinaggio è stata anche una notte molto agitata. Più di una volta Velia si è chiesta e mi ha chiesto il motivo di quella agitazione che sentiva dentro di sè, anche se ripeteva di sentirsi bene. Verso le quattro del mattino mi ha chiesto di farle il segno della Croce sulla fronte e di abbracciarla forte. Poi mi ha detto: <Ora sto bene, possiamo riposare>. Io e Carla ci siamo coricate nel letto accanto a Velia e lei ha preso sonno. Quando alle cinque del mattino è suonata la sveglia per la partenze e il rientro a casa, Velia ha continuato il suo sonno sereno restando in quella Lourdes così tanto desiderata con tutto il cuore. Mi sono resa conto allora che Velia aveva programmato tutto, quel viaggio è stato il suo ultimo gesto di amore verso la Madonna a cui ha dedicato tutta se stessa.