Clamoroso: Max Mara rompe con il Comune di Reggio e rinuncia al “Polo della moda” alle ex Fiere

Polo della Moda Max Mara Fashion Group Reggio – Render di progetto front

Lunedì 30 giugno, con una mossa a sorpresa, Max Mara Fashion Group ha annunciato la decisione – definita “definitiva e irrevocabile” – di abbandonare il progetto del cosiddetto “Polo della moda” che sarebbe dovuto sorgere a Mancasale, nell’area delle ex Fiere di Reggio.

Secondo l’azienda la scelta, comunicata dal presidente del gruppo Luigi Maramotti in una lettera inviata al sindaco di Reggio Marco Massari, sarebbe la conseguenza diretta di un presunto “clima di divisione e strumentalizzazione” che avrebbe reso “impossibile la prosecuzione di un piano di sviluppo considerato strategico per la città”.

Il progetto, un Piano di attuazione di interesse pubblico (Paip) immaginato fin dal novembre del 2023, a detta di Max Mara si è scontrato con un contesto politico che ne avrebbe minato le fondamenta.

“È francamente impossibile immaginare di realizzare il progetto in un clima di divisione e strumentalizzazione come quello che si è progressivamente venuto a creare”, ha attaccato il presidente di Max Mara Fashion Group: “Nonostante l’impegno profuso dai nostri collaboratori, dai professionisti e dai funzionari dell’amministrazione pubblica, che ringraziamo, dobbiamo prendere atto delle perplessità e delle divisioni emerse”.

Il punto di rottura è stata la seduta del consiglio comunale dello scorso 23 giugno, durante il quale il dibattito si è concentrato, secondo il presidente Maramotti, “non sui meriti urbanistici ed economici del progetto, ma sulle relazioni industriali interne al gruppo Max Mara”.

Il voto favorevole di gran parte dei consiglieri comunali, secondo Max Mara Fashion Group, “è stato in realtà un voto condizionato a future verifiche sul comportamento del nostro gruppo, come se avessimo bisogno di stimoli esterni per rispettare la legalità e i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori”, ha detto il presidente Maramotti.

Il gruppo ha espresso inoltre “sconcerto” per le dichiarazioni pubbliche del sindaco Massari relative alle condizioni di lavoro in una delle aziende controllate, la Manifattura di San Maurizio: “Ci è assolutamente incomprensibile perché il sindaco non abbia in nessun modo cercato di approfondire la fondatezza dei fatti riportati prima di esprimersi pubblicamente, allineandosi con le affermazioni unilaterali di una singola componente sindacale. Un semplice confronto informativo preventivo sarebbe stato sufficiente a chiarire la nostra posizione, come peraltro dimostrato da una lettera aperta e circostanziata inviata ai media e firmata da numerose collaboratrici e collaboratori“.

La società Max Mara ha anche precisato di non essere ancora proprietaria dell’area delle ex Fiere di Reggio, e che “dato il clima di incertezza” non procederà alla sua acquisizione.

La decisione finale, ha spiegato Maramotti, è stata presa “per tutelare l’integrità e il valore del marchio e delle persone che ne fanno parte. In quanto presidente, non posso permettere che durante questo percorso residuo siano ulteriormente danneggiati la reputazione dell’azienda e le migliaia di lavoratrici e lavoratori che la fanno vivere. Non possiamo esporci ad attacchi diffamatori che minino ingiustamente il marchio Max Mara alla vigilia del 75° anniversario dalla fondazione”.

Nonostante il ritiro dal progetto, la proprietà di Max Mara Fashion Group ha confermato l’intenzione di continuare a investire nelle aziende del gruppo anche sul territorio, augurandosi che il lavoro di analisi svolto sull’area “possa comunque essere utile in futuro per individuare un soggetto attuatore in grado di realizzare un progetto alternativo per l’area in oggetto che garantisca la crescita della città”.



Ci sono 6 commenti

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  1. Antonella

    Maramotti in una crisi di narcisismo padronale dicesse la vera ragione. Padrone era e padrone resta non gliene frega niente di Reggio e.men che meno delle lavoratrici. Fa i capricci , d’altra parte questa città lo ha sempre.viziato è la famiglia se ne è sempre abbondantemente approfittata

  2. debbiangelo@libero.it

    Non si può essere così questa azienda a sempre garantito uno stipendio e un lavoro e non a mai lasciato nessuno a casa bisognava accompagnare questo grande progetto e garantire anche sconti fiscali da parte della amministrazione e non vedere questi teatrini politico/sindacale davanti al comune , conclusione questo è quello che ci meritiamo

  3. Cervi nicola

    Come fa gente come i Maramotti a dialogare con il kolkhoziani del comune di Reggio? Loro se ne intendono di tutto, dall’arte alla finanza, dalla produzione al design….la proporzione e’ come gli extraterrestri con i boscimani……insomma un po’ come Robinson e Venerdi’….. Loro Robinson…comune Ve ve veeee….nerdi’.


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