Castagnetti: è una decisione sconcertante

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Lo scrive in un lungo post su Facebook Pierluigi Castagnetti, ex parlamentare reggiano e punto di riferimento dell’ala cattolica nel Pd: “Ciò che sta accadendo nel Pd di Verona è a dir poco sconcertante, anche perché dubito che il tutto avvenga all’insaputa di organi “superiori”. In ogni caso è rivelatore di una cultura del rispetto della libertà di coscienza di una propria tesserata che, in veste di consigliera regionale, ha osato avvalersi del diritto che la Costituzione riconosce a tutti i legislatori di non essere sottoposti a “vincolo di mandato”.

Soprassediamo pure sul fatto che siamo a Verona, dove il partito ha registrato recentemente un grande e imprevisto successo con l’elezione del nuovo sindaco Tommasi, e anche sul fatto che nella recente votazione di un provvedimento sul fine-vita, peraltro (ad avviso della stragrande maggioranza della comunità dei costituzionalisti) “incostituzionale”, su cui il presidente della regione Zaia aveva messo il peso della sua posizione, risultandone sconfitto, nell’ incomprensibile sconforto del maggior partito di opposizione. Poiché una consigliera regionale del Pd, l’avv. Anna Maria Bigon, per ragioni di coscienza si è astenuta sul testo, pur approvato dalla maggioranza del gruppo consigliare di appartenenza, ora si vorrebbe sottoporre la medesima a una sorta di processo interno con la chiara intenzione di sanzionarla. L’accusa riguarderebbe il fatto di non aver accolto il suggerimento di uscire dall’aula al momento del voto per salvare il suo diritto di differenziare il suo voto ma di consentire in questo modo l’approvazione della legge regionale. Insomma la libertà di coscienza si, purché si consenta l’approvazione di una legge che pure non si condivide. Come se il voto di un legislatore regionale fosse un fatto “intimo” (per “salvarsi l’anima”) e non politico.

Come si può chiedere a un legislatore di operare perché passi un provvedimento che non condivide?

Diciamo pure che siamo all’abc della cultura democratica.
È proprio vero che quando non ci sono più i partiti si rischia che non ci sia più la democrazia. Non so, confesso che ne dubito, se questi signori del partito che io voto si rendano conto di ciò che stanno facendo”.

 



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