Casse Edili. Costruzioni verso calo, Colla: agire su recupero e riqualificazione

da sinistra Giuseppe Ledda l’assessore Vincenzo Colla Riccardo Roccati e Massimiliano Panarari

Dallo specchietto retrovisore si vedono risultati eccezionali (+15% della massa salari in un solo anno, con un valore di 70 milioni, e 1.000 occupati in più in dodici mesi), ma, guardando avanti, il futuro presenta nuove complessità e incertezze per il settore delle costruzioni, stretto, da una parte, dalla fine del superbonus e, dall’altra, chiamato ad affrontare le sfide di un PNRR, che comporterà la messa a terra, entro il 2026, di un volume di risorse che varrà, solo per il settore, un terzo del valore complessivo del Piano predisposto dall’Italia e sostenuto dall’Unione Europea.

E’ di questo che si è parlato nel convegno della Cassa Edile di Reggio Emilia (l’unica, in Italia, in cui confluiscono tutte le organizzazioni imprenditoriali e sindacali), in un clima non privo di moderati ottimismi, ma anche dominato da una serie di preoccupazioni che si aprono in vista della fine di quello che, senza mezzi termini, è stato definito un “doping” per il settore, utile e al tempo stesso pericoloso perché privo di certezze sui tempi, esposto all’ingresso di imprese di dubbia qualità, segnato da proroghe, ricorsi, interruzioni della cessione del credito d’imposta che hanno anche minato – e la voce è quella degli imprenditori – la fiducia delle imprese (senza la quale gli investimenti sono più difficili) nella politica.

Una questione riassunta dall’assessore regionale Vincenzo Colla in poche parole: “Non c’è politica industriale nel nostro Paese”.

Un’affermazione, quella di Colla, che ha sintetizzato le preoccupazioni di un settore in cui le imprese e le organizzazioni sindacali (tra i protagonisti del convegno il presidente di Cna Costruzioni, Emilia-Romagna, Riccardo Roccati, e il segretario generale di Fillea-Cgil Emilia-Romagna, Giuseppe Ledda) denunciano la mancanza di programmazione nazionale, l’assenza di certezze legislative e la mancanza di linee che indirizzino con chiarezza le risorse del PNRR anche rispetto alla svolta europea sulla sostenibilità.

Un futuro, dunque, con diverse incognite, che comunque segnala, intanto, una previsione di contrazione del Pil per le costruzioni che nel 2024 dovrebbe attestarsi al 4% dopo anni di crescite a due cifre (+15,7% nel 2022 e + 29,1% nel 2021).

Non è un allarme conclamato – spiega Fabrizio Ferrarini, presidente della Cassa Edile – ma un segnale che richiede cambi di rotta in un Paese che si avvicina (come ha detto l’economista Giampiero Lupatelli) all’”inverno demografico” e che sembra destinato (e lo ha sottolineato Guido Caselli, direttore dell’Ufficio studi di Unioncamere Emilia-Romagna) ad essere tra quelli, insieme alla Germania, che cresceranno di meno nei prossimi anni.

Le risposte? Dall’assessore Colla una serie di indicazioni sull’esigenza di una nuova politica per la casa e, soprattutto, sul tema del recupero. “Una buona politica industriale deve rendere anche economicamente più conveniente recuperare, abbattere e riqualificare piuttosto che continuare a lasciar costruire su nuove aree”, ha detto Colla, aggiungendo che anche il tema degli sgravi fiscali va affrontato in una logica di tenuta e di sostenibilità nel tempo.

Un tema quello della riqualificazione, sulla quale è intervenuto anche l’assessore comunale Daniele Marchi, richiamando le questioni fondamentali relative ad una crescita all’insegna della sostenibilità.

Sostenibilità significa anche regolarità, ha detto il vicepresidente di Cassa Edile, Salvatore Cosma, che ha richiamato al proposito il badge di cantiere come strumento fondamentale e ha sottolineato i risultati molto positivi nella prima fase di sperimentazione che oggi interessa già numerosi cantieri pubblici attivi nel reggiano.



Non ci sono commenti

Partecipa anche tu