Caso Soumahoro, M5S Emilia-Romagna: “Chiara responsabilità Pd che ha costretto gli elettori a votarlo”

Aboubakar Soumahoro a Piazzapulita

Continua a tenere banco anche in Emilia-Romagna il caso di Aboubakar Soumahoro, eletto alle ultime elezioni alla Camera dei deputati con la lista Alleanza Verdi e Sinistra ma recentemente autosospesosi dal gruppo parlamentare rosso-verde per la vicenda relativa alla cooperativa laziale Karibu, gestita dalla suocera del deputato (e di cui in passato era stata consigliera anche la moglie) e finita al centro di un’inchiesta per stipendi non pagati, lavoratori senza contratto e condizioni igieniche problematiche delle strutture gestite.

Soumahoro non risulta direttamente coinvolto nell’inchiesta, ma la vicenda gli ha attirato molte critiche legate al suo passato di sindacalista in prima linea e difensore dei diritti dei lavoratori.

Tra le ultime, in ordine di tempo, quelle degli eletti e delle elette del Movimento 5 Stelle in Emilia-Romagna Stefania Ascari, Maria Laura Mantovani, Gabriele Lanzi, Marco Croatti e Davide Zanichelli, che hanno dato tuttavia un’altra chiave di lettura della vicenda, spostando l’attenzione sul Partito Democratico: “Ci chiediamo come sia possibile che tutto il Pd emiliano abbia sostenuto e voluto la candidatura di Soumahoro quando già trapelavano eccome dubbi su tutto ciò che ruotava attorno al candidato. Vogliamo dunque parlare della responsabilità del Pd nell’aver candidato Soumahoro all’uninominale a Modena, costringendo gli elettori a votarlo? O continuiamo a fare finta di niente?”.

Per i pentastellati “c’erano già una lunga serie di accuse mosse nei suoi confronti dai braccianti quando ancora era candidato di Europa Verde e Sinistra Italiana nel collegio di Modena. La responsabilità, quindi, è di chi ha proposto ai propri elettori la sua figura, senza se e senza ma. Questo nonostante i fatti controversi fossero emersi già prima della sua candidatura, specialmente nell’Agro Pontino e nella provincia di Foggia, dove Soumahoro era molto conosciuto. Sicuramente nel Lazio e in Puglia Bonelli e Fratoianni non avrebbero mai potuto candidarlo, ma a Modena evidentemente risultava un candidato ideale, forse per ingannare gli elettori”.

“Ora vengono a galla presunte condotte illecite a carico delle coop riconducibili ai suoi familiari. Come si giustifica e come si pone il Pd di fronte a fatti su cui il Movimento era subito intervenuto per chiedere spiegazioni? Perché per quanto ne sappiamo ad oggi di risposte non ne sono arrivate, ma i cittadini chiamati a votare e che si sono fidati del Pd meritano per primi spiegazioni. Infatti nel comune di Modena quasi un cittadino su due lo ha votato”.