Carabinieri arrestati a Piacenza, il sindacato Nsc si costituisce parte civile: “Hanno infangato l’Arma”

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Il Nuovo sindacato carabinieri (Nsc) ha presentato la richiesta di costituzione di parte civile in vista dell’udienza del 17 dicembre a Piacenza relativa al processo scaturito dall’inchiesta “Odysseus” della Guardia di Finanza piacentina, che lo scorso luglio aveva portato all’arresto di sei militari in servizio presso la caserma Levante (accusati di reati gravissimi come spaccio, corruzione, abuso d’ufficio e tortura), al sequestro della stessa stazione e al trasferimento dei vertici provinciali dell’Arma dei Carabinieri.

Sono 16 le persone imputate, tra cui sei militari e dieci spacciatori. Il giudice per l’indagine preliminare del tribunale di Piacenza lo scorso ottobre aveva accolto la richiesta di giudizio immediato per 16 dei 23 indagati che la procura della città emiliana, ritenendo di avere raccolto prove sufficienti a loro carico, aveva avanzato.

Sono 62 in tutto i capi di imputazione contestati, quasi tutti a carico di cinque dei carabinieri che prestavano servizio nella caserma Levante: Giuseppe Montella (40 capi di imputazione), Salvatore Cappellano (13 capi), Angelo Esposito (9 capi), Giacomo Falanga (7 capi) e Daniele Spagnolo (5 capi).

La costituzione di parte civile del sindacato Nsc è stata firmata dal segretario generale Massimiliano Zetti, rappresentato dall’avvocato Maria Grazia Russo del foro di Ravenna. L’atto formalizza la richiesta di risarcimento a carico di tutti gli imputati, militari e non, “quale conseguenza dei fatti di reato a loro attribuiti, la cui gravità va ben al di là della formale imputazione”.

Per la sigla sindacale l’indagine ha restituito “una realtà agghiacciante” che prefigura “un vero e proprio gruppo criminale operante direttamente all’interno dell’Arma”. I reati contestati, secondo Nsc, evidenziano come i carabinieri “abbiano infangato l’impegno e il valore di tutti gli appartenenti all’Arma che invece quotidianamente onorano la divisa che indossano”. La risonanza nazionale dei fatti, inoltre, “amplifica il danno all’immagine dell’Arma”.