Alluvione. Bonaccini commissario ricostruzione, centrodestra vota contro

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Disco verde dell’Assemblea legislativa regionale alle risoluzioni del Pd e del centrosinistra che chiedono al governo precisi interventi per la ricostruzione postalluvione. Respinta, invece le risoluzioni di Lega (che, fra le altre cose, chiedeva alla Regione di stanziare risorse proprie “ponte” aggiuntive rispetto a quelle previste dal governo Meloni), Forza Italia (che, tra le altre cose, proponeva l’uso delle auto confiscate per noleggiarle a chi ha perso la propria nell’alluvione). Approvata, invece, una risoluzione di Rete civica, emendata dal Pd, sul trasporto pubblico. Il voto è arrivato dopo il dibattito seguito alla relazione della vicepresidente e assessore all’Ambiente Irene Priolo e alle comunicazioni del presidente Stefano Bonaccini.

Daniele Marchetti (Lega) ha denunciato l’emergenza nutrie e tane dei roditori sul territorio: “E’ vero che è piovuto molto, ma il tema tane sugli argini è grave come detto anche da numerosi sindaci di centrosinistra, solo che la Regione non mi ha saputo dire come ha operato su questo tema, come ha gestito il programma di controllo delle tane delle nutrie sugli argini”. Marchetti ha elogiato il governo per aver stanziato in tempo record i primi fondi per la ricostruzione ed elogiato la disponibilità del ministro delle Infrastrutture Salvini per recuperare altre risorse, chiedendo grande impegno per l’Appennino anche utilizzando le donne e gli uomini del genio militare.

Marta Evangelisti (Fratelli d’Italia) ha sottolineato: “Sono arrivati 2 miliardi che consentiranno di ripartire nell’immediato ma occorre fare alcune riflessioni. Agricoltori e allevatori hanno da sempre contribuito alla cura del territorio e indebolire questi settori ha determinato il dissesto. Qualcosa non ha funzionato anche a causa dell’eccessiva cementificazione e della gestione della fauna selvatica. Non si si può trincerare solo dietro al cambiamento climatico. Nutriamo forti perplessità sulla gestione del territorio e sulla prevenzione”.

Per Matteo Montevecchi (Lega) “per quanto riguarda pulizia dei fiumi e rafforzamento degli argini non è stato fatto abbastanza. Questi fatti lo dimostrano. Va rivista l’intera gestione della prevenzione. I bacini di espansione servono a contenere le acque in eccesso dei fiumi per garantire la sicurezza dei territori. In Emilia-Romagna sono stati stanziati oltre 100 milioni di euro per 23 bacini a fronte di 12 funzionanti”. Facendo un plauso ai tanti volontari, che in queste ore si stanno impegnando per dare sollievo alle popolazioni colpite, Andrea Liverani (Lega) ha evidenziato: “In questi giorni ho visitato agricoltori devastati. Tante volte hanno segnalato la criticità dei fiumi, la mancata pulizia e il mancato contenimento delle nutrie. Non ho sentito una parola di autocritica da parte da chi governa questa Regione. Non si può dare la colpa solo all’eccezionalità dell’evento. I fiumi vanno tenuti puliti dall’amministrazione regionale”.

“Se dovessi dare un titolo alla giornata di oggi direi che siamo bravi a gestire l’emergenza, ma non siamo bravi a prevenire l’emergenza: penso al mio comune, Monzuno, che ha cento chilometri di strada devastata e decine e decine di frane”, spiega Marco Mastacchi (Rete civica), per il quale “bisogna cambiare la politica e tornare a curare il territorio, specie in montagna”.

Silvia Piccinini (Movimento 5 Stelle) ricorda come “anche in occasione della prima alluvione ho detto che la maggior parte dell’Emilia-Romagna è a rischio, che una gran parte della popolazione è a rischio: purtroppo c’è una parcellizzazione dei soggetti che devono intervenire sul territorio, dobbiamo intervenire meglio. Siamo una regione che ha bisogno di cura e di interventi sul territorio”.

Valentina Castaldini (Fi) si è rivolta direttamente al presidente Bonaccini: “Siamo di fronte a una catastrofe e nessuno di voi è in grado di affrontare le novità, nessuno sa dire cosa accadrà fra un mese, cosa dovranno fare le imprese: noi abbiamo il compito di affrontare i problemi. A me non interessa chi sarà il commissario alla ricostruzione perché la storia insegna che non serve davvero, mi interessa il contenuto del decreto del governo”.

Duro Matteo Rancan (Lega): “La vicepresidente Priolo ha fatto una relazione piena di numeri molti già noti, però non c’è stata l’autocritica che ci saremmo aspettati. Se non c’è una presa di posizione su ciò che è fallito non riusciremo a fare nessun passo in avanti. Bisogna uscire dalle ideologie e -ha spiegato il capogruppo della Lega- cambiare molte cose sulla gestione del territorio”.

Luca Cuoghi (Fdi) ha evidenziato: “In questa fase dei soccorsi, che ci deve vedere tutti uniti, è utile sostenere una commissione speciale sul dissesto idrogeologico per capire eventuali responsabilità. In questo giorno di lutto nazionale resta l’amarezza di non aver visto subito le bandiere a mezz’asta, un piccolo gesto per dimostrare che il nostro pensiero va alle vittime della tragedia”.

Per Lia Montalti (Pd) “il primo pensiero va alle vittime e alle migliaia di cittadini sfollati. Grazie ai volontari e ai ragazzi che a colpi di vanga hanno spazzato via tutti i pregiudizi sulla loro generazione. L’incontro con il governo ha portato un risultato importante ma ora il decreto è fondamentale per approntare le prime azioni, così come è urgente definire un commissario. Abbiamo già l’esperienza del terremoto per gestire al meglio la ricostruzione”.

Stefano Bargi (Lega) ha aggiunto: “Giusto portare l’attenzione anche sulle aree montane e collinari. Quando accadono certi eventi la responsabilità è da imputare all’uomo e ai suoi mancati interventi. Il clima è sempre mutato ma vorremo sapere, di fronte a certi eventi, cosa è stato fatto sui fiumi visto che siamo una regione ad alto rischio idrico. Ci sono carenze di manutenzione non di poco conto. L’indirizzo politico ci pare chiaro e non è quello di dare priorità alla prevenzione”.

“Ricordiamo le vittime, siamo vicini ai loro cari e a tutti coloro che hanno subito danni e ringraziamo chi si è operato e sta ancora lavorando per l’emergenza”, sottolinea Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini) per la quale “il primo obiettivo da perseguire è che tutte le persone possano rientrare nelle loro abitazioni: il numero degli sfollati sta calando e questo va bene, poi bisognerà risolvere il tema dei costi delle imprese per la ripresa e per quelli sostenuti nei primi giorni. Anche in quest’Assemblea oggi ho sentito parole che sanno di speculazione politica”.

Netto Giancarlo Tagliaferri (Fdi): “Abbiamo assistito alla Caporetto del nostro territorio, non vogliamo fare un processo a nessuno, ma che ci siano dei responsabili sulla gestione del territorio: oggi è il momento del pensiero e del ricordo. Il governo Meloni c’è e sta lavorando per essere vicino agli emiliano-romagnoli. Da parte della giunta serve umiltà e voglia di collaborare”, mentre per Simone Pelloni (Lega) “spetta al governo indicare il commissario alla ricostruzione”.

Manuela Rontini (Pd) ha ricordato: “Ci sono oltre 30mila tonnellate di rifiuti stimati da smaltire e altrettante tonnellate di fanghi. C’è chi ha perso la vita, chi ha dovuto lasciare la propria casa. Sono 5mila le auto distrutte, 6mila le abitazioni da controllare. Di fronte a ciò oggi ho assistito a un dibattito surreale e c’è chi rifiuta che il commissario per la ricostruzione sia il presidente Bonaccini. Non meritiamo scelte frutto di un negoziato politico: le nostre comunità meritano una persona competente e capace che conosca il territorio”. Ottavia Soncini (Pd) ha aggiunto: “Dall’opposizione mi aspettavo un confronto serio e coeso. Invece abbiamo assistito a uno sciacallaggio politico. Dobbiamo lavorare sull’educazione delle comunità e sulla prevenzione perché il cambiamento climatico non è una questione di parte. Occorre che il commissario per la ricostruzione sia il presidente Bonaccini”. Dal canto suo Stefano Caliandro (Pd) ha commentato: “Abbiamo una prova che esiste lo Stato e che esiste l’Europa. Quanto accaduto non può stare solo sulle spalle del ‘governo Bonaccini’. La discussione sulla fragilità dei nostri territori è una fragilità di visione. Sarebbe un grave arretramento politico e culturale centralizzare le competenze. Questa esperienza necessita del senso delle istituzioni nell’interesse delle comunità”.

Per Emiliano Occhi (Lega): “Abbiamo occupato terre che non erano fatte per essere occupate dall’uomo per cui servono opere importanti se vogliamo continuare ad abitarle. Ci interessa capire cosa è successo e per questo abbiamo chiesto una commissione di approfondimento. I soldi sono stati spesi ma cosa è andato storto? Il rischio alluvioni esiste come scenario nel Piano per la difesa dal dissesto idrogeologico”, mentre Michele Facci (Lega) ha chiesto “cosa ha fatto in questi dieci anni la Regione per il contrasto al dissesto idrogeologico? Ci pare molto poco…”.

Per Nadia Rossi (Pd): “Sono rimaste chiuse le scuole. Volete capire la gravità della situazione….ci sono persone che hanno perso tutta la loro esistenza, dobbiamo dare risposte a loro, l’Emilia-Romagna è in grado di reagire, bisogna che da Roma si intervenga presto e bene e questo vuol dire che la scelta di chi sarà il Commissario alla ricostruzione non potrà essere terreno di scontro politico: serve una persona capace e competente che sappia come si gestiscono queste cose”.

Alle critiche del centrodestra ha replicato Marcella Zappaterra (Pd) con un intervento articolato, ma incentrato sulla necessità che la persona che verrà individuata come commissario alla ricostruzione sia una persona con esperienza e un ruolo istituzionale nel territorio, ovvero il presidente “protempore” della Regione. “Tragedie di questa portata necessitano di molto tempo, di molte risorse e di molto impegno: siamo convinti che ce la faremo. Dopo molto interventi mi pare che qualcuno in quest’Assemblea viva questa tragedia come un’occasione politica per la spallata contro il centrosinistra alle prossime elezioni regionali, tra l’altro molto distanti nel tempo”, ha spiegato la capogruppo democratica ricordando come “dobbiamo agire come nell’altra grande tragedia, il terremoto del 2012: da quell’esperienza abbiamo imparato che dobbiamo ricostruire nel rispetto del territorio”.

Federico Alessandro Amico (ERCoraggiosa) ha stigmatizzato “le prese di posizione contro il mondo ambientalista: a denunciare l’incuria e l’eccessiva occupazione del territorio sono state proprio quelle voci. Dobbiamo investire ancora di più in termini di manutenzione. Dobbiamo cambiare rotta sul nostro modello di sviluppo e sui consumi energetici”.

Per Francesca Marchetti (Pd) “c’è stata una risposta tempestiva. Ma ora serve collaborazione istituzionale per ricostruire l’assetto morfologico con un piano straordinario per collina e montagna. Occorre altresì proteggere le città e ripensare ai profili idraulici. No al rimpallo tra livelli istituzionali ma garantire coesione sulla ricostruzione e dare risposte per garantire un nuovo modello di sviluppo”.

Giulia Pigoni (Lista Bonaccini) ha sottolineato: “Dobbiamo ripristinare una situazione di normalità nel più breve tempo possibile. È doveroso garantire a cittadini e aziende gli adeguati ristori e risposte rapide. Auspicabile il ripristino di ‘Italia sicura’, che ha finalità di ridurre stati di emergenza territoriali per dare forte impulso alla messa in sicurezza del nostro paese”, mentre Giuseppe Paruolo (Pd) ricorda come “ognuno di noi si è sentito toccato, io abito a Granarolo e per fortuna non sono stato toccato, ma so di cosa si parla: dobbiamo imparare ad affrontare una realtà che è nuova”.

“Bisogna che la giunta faccia autocritica: qualcosa non ha funzionato, l’emergenza prosegue e questa esperienza è un vero e proprio trauma per chi l’ha vissuta”, spiega Valentina Stragliati (Lega), mentre Gianni Bessi (Pd) ha ricordato come occorra impegnarsi per la ricostruzione.

Netto il presidente Stefano Bonaccini: “Un evento di questa portata non c’è mai stato ma non possiamo ritenerlo irripetibile. Dobbiamo fare sempre più manutenzione ordinaria perché se questo è il mondo che ci aspetta servono investimenti anche dal punto di vista quantitativo. Dobbiamo trovare un accordo complessivo tra fondi europei, Fondo di solidarietà europeo e Pnrr per la messa in sicurezza del territorio e delle infrastrutture. Indipendentemente da chi sarà il commissario alla ricostruzione, le risorse devono arrivare a famiglie e imprese. È fondamentale intervenire entro l’autunno altrimenti un evento ordinario potrebbe essere devastante. Non mi interessa il dibattito politico sulle nomine, dobbiamo replicare il modello di ricostruzione post-terremoto garantendo tempi rapidi. Abbiamo ricostruito l’Emilia, ricostruiremo anche la Romagna”.